Di cuscini freddi e di Sua Maestà compressa

Casa Liguria è davvero pazzesca, incredibile e nasconde tanti di quei segreti che nemmeno riusciamo ad immaginarli…

Non è facile, ma io ci provo lo stesso…

Andiamo con ordine…

Stanotte il rasserenamento del cielo ha permesso un buon raffreddamento degli strati più bassi dell’atmosfera all’interno del Catino Padano e all’interno delle nostre conche e delle nostre valli…

La temperatura, in queste zone, è scesa su valori ad una sola cifra…

Aria più fredda che è rimasta sino alle prime ore del mattino incollata al suolo…

Contemporaneamente, la risalita dell’anticiclone da ovest verso latitudini ancora più settentrionali, ha permesso ad un flusso d’aria da nord-ovest di sfondare e scavallare la catena alpina e precipitare verso il catino padano in direzione proprio di casa Liguria…

Flusso d’aria che, nella sua caduta verso il basso si è ulteriormente seccata e non ha raggiunto immediatamente il suolo…

Perché lì ci ha trovato uno strato di aria più fredda, più densa e più pesante con la quale non si è mescolata…

E quindi è accaduta una cosa difficile da comprendere ma assolutamente normale nelle sue dinamiche…

Quel flusso proveniente da nord-ovest, in caduta dalle Alpi si è messo a scorrere sopra quel cuscino d’aria fredda incollata al suolo…

E la stessa cosa è accaduta a casa Liguria…

Sua Maestà, ha raggiunto le vette appenniniche, ha sorvolato le conche d’aria fredde del nostro entroterra e solo giunta in prossimità della linea di costa ha cominciato a scendere verso la battigia…

Ecco spiegati gli 8 gradi di Masone e i 18 di Arenzano e Genova Voltri di questa mattina alla stessa ora…

Aria calda e aria fredda non si mescolano mai…

Poi, col passare delle ore, Gran Soleil ha cominciato a scaldare il suolo anche della Pianura Padana e delle nostri valli interne e di conseguenza anche gli strati più bassi dell’atmosfera a contatto diretto col suolo sono tornati a salire di temperatura…

A quel punto anche il flusso da nord ovest non ha più incontrato ostacoli, e non trovando più il cuscino freddo della notte i valori termici si sono sostanzialmente uniformati…

Ma c’è un’ulteriore particolarità…

Il baluardo posto dai nostri Appennini e dalle nostre Alpi…

Che ovviamente cambia con l’altezza delle loro montagne…

Tra genovesato e savonese, dove non solo i monti sono mediamente meno alti ma sono presenti numerosi valichi di collegamento con l’oltre giogo, Sua Maestà ha gioco facile…

E ce ne accorgiamo non solo con i valori termici più elevati (21/23 gradi) dovuti alla compressione del flusso d’aria da nord ovest che deve superare prima la barriera alpina e poi quella appenninica, ma anche dai valori igrometrici molto bassi…

Mentre vi scrivo, tra savonese e genovesato Mestizia quasi non pervenuta e oscillante fra il 30 e il 40%…

A levante e a ponentissimo, la presenza di montagne più elevate e la mancanza di collegamenti diretti con il catino padano lo svalico di Sua Maestà non avviene facilmente…

Anzi, sotto costa prevalgono le brezze di mare…

E ce ne accorgiamo da valori termici che oscillano intorno ai 19 gradi, ovviamente condizionati dalla temperatura superficiale di Mare Nostrum e da valori igrometrici nettamente più elevati e che oscillano fra il 70 e l’80%…

Ora ditemi, siamo o non siamo una regione pazzesca? 😍

I palloni sonda inquinano?

Dalla posta del cuore…

Ricevo e pubblico…

“Ho scoperto solo adesso di queste sonde meteorologiche. Trovo che sia assurdo parlare di cambiamento climatico e intanto inquinare così l’ambiente. Ce ne parli?”

Cara Alessandra, non è argomento nuovo per questa pagina, anzi…

Devi sapere che tutte le tavolozze che posto quotidianamente su questa pagina si possono dipingere anche grazie a quelle radiosonde…

Ogni giorno, ogni 6 ore, il mondo della meteorologia si ferma per un istante…

Alle 00, alle 06, alle 12 e infine alle 18…

E così via il giorno dopo, ripartendo sempre dalle 00…

Ogni 6 ore, tutte le stazioni meteorologiche omologate dall’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (OMM) inviano ai centri di calcolo di tutto il mondo, i dati registrati in tempo reale…

Si fa, cioè, la fotografia di quel preciso istante, delle condizioni meteorologiche di tutto il pianeta…

Anzi, scusa, di tutta l’atmosfera…

Temperatura, umidità, vento, velocità, direzione, pressione, etc, etc…

Sono sufficienti le stazioni meteorologiche installate al suolo per fare una fotografia esatta delle condizioni di partenza?

No, non lo sono…

Pensa agli Oceani, ai deserti, all’Artico e all’Antartide…

Centinaia di migliaia di chilometri quadrati che vengono monitorati con pochissimi strumenti…

Ma la difficoltà più grande è il monitoraggio degli strati di atmosfera sopra le nostre teste…

Che non sono importanti, bensì fondamentali per provare a simulare ciò che potrebbe accadere nei prossimi giorni…

Eh si, perché proprio grazie a quella fotografia, quel fermo immagine meteorologico che viene scattato e registrato ogni 6 ore, i calcolatori cercano di simulare ciò che accadrà nel futuro…

Ma se a terra, gli strati dell’atmosfera prossimi al suolo cerchiamo di registrarne il più possibile mediante le stazioni meteorologiche ufficiali, in quota diventa un filo più difficile…

E usiamo proprio quei palloni sonda…

Si attacca ad un pallone un congegno che contiene al suo interno alcuni sensori per misurare la temperatura, l’umidità, la pressione e il vento e lo si lascia volare in cielo…

Al suo interno un trasmettitore riesce a inviare i dati in tempo reale per essere inviati anch’essi ai calcolatori di tutto il mondo…

In Italia, ogni 6 ore, alle stessa ora in cui si ferma il mondo della meteorologia per raccogliere i dati, vengono lanciati otto palloni sonda in diverse località…

Sono pochi, anzi pochissimi…

Perché i calcolatori devono non solo simulare ciò che accadrà con quei pochi dati disponibili, ma devono anche calcolarsi (sarebbe meglio scrivere immaginarsi) tutti i dati mancanti che non riusciamo a fornirgli…

Quelle sonde, ad una altezza approssimativa di 30mila metri (30 km) ricadono al suolo, o in mare a causa dello scoppio del pallone che le ha portate sino a lassù…

Senza quei dati non esisterebbero mappe meteorologiche di nessun tipo…

Inquinano?

Certo, quelle non recuperate inquinano…

Ma non solo non abbiamo altri strumenti efficaci (anzi sono troppo poche quelle che vengono lanciate), ma occorre sempre valutare costi benefici…

E fortunatamente esistono gruppi numerosi di cacciatori di sonde meteorologiche che, agganciando il segnale gps delle stesse ne seguono le tracce e fanno a gara per recuperarle…

Insomma, parere personale, non la considero una tragedia ma una necessità che andrebbe persino implementata…

Poi ognuno si può fare la sua personalissima idea…

La mareggiata e il periodo d’onda

Perché la mareggiata di oggi ha avuto le caratteristiche di quelle oceaniche?

Quante volte avete letto la parola fetch in questi giorni?

O il periodo d’onda?

Le onde più grandi e più potenti si manifestano solitamente in Oceano semplicemente perché lì, il vento, può soffiare per molte ore, a velocità costante ed elevata, senza interruzione alcuna…

Il fetch, infatti, è il tempo e la distanza percorsa dallo stesso vento in un tratto d’acqua non ostruito.

All’interno del Mar Mediterraneo, essendo un bacino più piccolo, per fortuna, è un po’ più raro…

Ma può accadere…

Perché nei giorni scorsi è stato importante e fondamentale mettere in risalto la partenza di Capitan Libeccio dallo stretto di Gibilterra, da quel tratto di Mare di Alboran che è poi il più lontano dalle nostre coste?

Semplicemente perché quel vento, come accadrà anche domani sera e parte di domenica, è arrivato a noi partendo proprio da quelle zone, soffiando e spingendo il mare per oltre mille chilometri…

E ci si aspettava una mareggiata non solo con onde alte oltre i 6 metri di altezza, ma con un periodo molto lungo…

Il periodo non è altro che la distanza fra due creste d’onda, che altro non sono che la parte più alta dell’onda stessa…

Quanto più il periodo si dilata, quanto più la mareggiata prende forza e diventa distruttiva…

La foto migliore che ho trovato quest’oggi è di Francesco di Varazze…

E guardate come si vede bene il periodo d’onda ampio…

Anche di 7/8 secondi…

Come se l’onda avesse il tempo di prendere la rincorsa…

Il downburst

In tanti, anzi troppi, avete parlato di tromba d’aria…

Parlo ovviamente di quanto accaduto ieri pomeriggio…

In realtà non si è trattato di trombe d’aria, ma di un fenomeno di cui abbiamo già parlato molte volte e che può avere effetti talvolta anche più devastanti di una tromba d’aria…

Il downburst…

Ho sempre paragonato un temporale convettivo come un enorme lavatrice a cielo aperto…

La fase di carico è data dall’aria calda e molto umida che viene scalzata dal suolo e scaraventata verso l’alto…
Non a caso, prima del passaggio di una linea instabile come quella accaduta ieri si mette in moto un vero e proprio aspiratore di aria calda e soffocante che viene prelevata dal mare…

L’aria sale verticalmente…

Raffredda e condensa…

Creando nubi a sviluppo verticale…

E come una qualsiasi lavatrice tutta quell’aria in quota deve essere scaricata…

Con le precipitazioni e con i venti discendenti…

Verticali…

Che possono raggiungere velocità anche superiori ai 100 km orari…

Moti discendenti che quando raggiungono il suolo sono costretti ad irradiarsi orizzontalmente…

A folate anche molto violente…

E che solitamente precedono di poco le precipitazioni in arrivo…

Lo so, sembra di essere dentro un tornado…

In realtà sono le raffiche di vento orizzontali dei moti verticali in seno alla fase di scarico del temporale…

Madre Natura che fa mensole…

In gergo tecnico, quasi spinto, naturalmente inglese, si definisce Shelf Cloud…

L’idioma italico lo traduce semplicemente in nube a mensola…

La si riconosce facilmente…

Fa parte della categoria delle nubi accessorie, appartenente comunque alla famiglia dei cumulonembi…

Ha una struttura che la fa sembrare una mensola arcuata…

Spinta da dietro dal downdraft del temporale…

Down cosa?

Pensate a cosa è successo ieri…

Una massa d’aria in quota, più fredda di quella preesistente, ha scavalcato le Alpi occidentali e ha attraversato il basso Piemonte e parte di casa Liguria…

Una parte di questa massa d’aria, più fredda e dunque più pesante, è scivolata al suolo lungo i versanti alpini prendendo il posto di quella più calda preesistente nei bassi strati…

Che è stata letteralmente scaraventata verso l’alto…

Salendo, ha trovato aria più fredda, quella appunto che aveva scavalcato la catena alpina…

E la sua risalita non solo non si è fermata, ma è aumentata di velocità…

Formando una linea temporalesca che come un aratro si è mossa da ovest verso est…

Aria calda e umida che sale verso l’alto…

Aria fredda e più secca che scende verso il suolo…

La solita instancabile compensazione di Madre Natura…

Ed è proprio quell’aria più fredda e secca (downdraft) che scendendo verso il suolo genera una corrente orizzontale (outflow) che non fa altro che incunearsi al di sotto dell’aria calda davanti a sé che ovviamente è costretta ad alzarsi e a condensare a bassa quota a causa del contatto ravvicinato con quella stessa aria più fredda in discesa e in uscita dal temporale…

Il risultato è questa nube spettacolare e spaventosa allo stesso tempo sul bordo avanzante…

Altro non è che una sorta di “anticipo” delle precipitazioni in arrivo…

Vi lascio con uno schema semplice ma esaustivo…

E gli splendidi scatti dell’amico Andrea…

Effetto Venturi e dintorni…

Qualcuno mi ha fatto giustamente notare che nelle vallate interne Mastro Eolo era più che vivace, quasi baldanzoso…

Col marino succede…

Ance se lungo la costa soffia debole o al più moderato, nelle zone interne, in particolare quelle dell’oltre giogo tende ad accelerare…

Si chiama effetto Venturi…

Una legge fisica, scoperta e dimostrata nell’800 da Giovan Battista Venturi…

Un amico…

E senza saperlo, la conosciamo e la applichiamo inconsapevolmente quasi ogni giorno…

Praticamente tutti…

Ma la prima cosa da sapere, anche se per voi meteobeline non dovrebbe essere una novità, è che un gas è un fluido e come tale si comporta…

E siccome l’atmosfera e quindi l’aria che respiriamo è un insieme di gas, è anch’essa sottoposta alle rigide leggi della fisica che governano i fluidi…

Quando un fluido è costretto a scorrere da uno spazio più ampio ad uno spazio più stretto, per conservare la sua massa iniziale, è costretto ad accelerare per poi rallentare nuovamente in prossimità di un passaggio più ampio…

Questo è ciò che accade ogni giorno nelle nostre case…

La famoserrima corrente d’aria…

Quando apriamo le finestre, l’aria tende ad accelerare al passaggio nei corridoi stretti di casa, per poi rallentare in prossimità delle stanze più grandi…

Lo stesso identico meccanismo accade con il marino…

Quando riesce a raggiungere i valichi appenninici più bassi e scende nelle vallate dell’oltre giogo più strette tende ad accelerare, a volte anche piuttosto violentemente…

Per poi rallentare e decelerare una volta raggiunta la Pianura Padana…

Identico effetto, e forse anche più conosciuto, è quello che si verifica nello stretto di Messina e soprattutto in prossimità delle Bocche di Bonifacio, quello stretto corridoio di mare che divide le coste settentrionali della Sardegna con il sud dell’isola dei senza bidè…

Anche qui, come accade nelle nostre strette vallate interne o nei nostri corridoi di casa, quella strozzatura costringe il vento ad accelerare raggiungendo velocità notevoli rispetto a quella iniziale…

Ovviamente, quando la velocità diminuisce avviene un accumulo del flusso (come quando si forma la coda al casello) e la pressione tende ad aumentare…

Diversamente, quando la velocità aumenta, la pressione tende a diminuire…

Sono dinamiche fondamentali, utilizzate anche nella vita comune…

Le ali di un aereo, ad esempio…

Non sono disegnate a canes penis…

Bensì in modo tale che l’aria scorra molto velocemente nella parte superiore affinché si abbia bassa pressione…

E molto più lentamente nella parte inferiore, in modo da avere una pressione maggiore…

Quella maggiore pressione al di sotto delle ali è sufficiente per vincere la forza di gravità e a tenere in volo l’aereo…

Ciò che noi chiamiamo “mio dio fai che non cada” i fisici la chiamano portanza…

Bonsuar…

“Igno, quando torna la primavera?? Fa freddo”

Dalla posta del cuore, ricevo e pubblico…

“Igno, quando torna la primavera?? Fa freddo”

In realtà l’andamento termico non è poi così freddo come sembra…

Ci si abitua a temperature troppo elevate durante la stagione invernale e quando la primavera fa la primavera sembra che faccia troppo freddo…

Dovete sapere che verso la fine di febbraio Mare Nostrum raggiunge solitamente il suo punto termico più basso…
Solitamente oscillante fra 13 e 14 gradi…

Parliamo ovviamente della temperatura superficiale…

E i tempi di riscaldamento delle masse marine sono nettamente più dilatati rispetto a quanto accade sulla terra ferma…

In Aprile, Mare Nostrum, esordisce con valori termici non troppo lontani da quota 14 per aggiungere due barra tre gradi a fine mese…

L’andamento della temperatura terrestre è fortemente condizionato da questo valore…

Si ma in che modo?

Al modo di ieri e al modo di oggi…

Quando Mastro Eolo è impostato da sud, anche dovesse partire caldo, caldissimo, direttamente dal continente africano, nel suo lungo viaggio verso casa Liguria, a contatto con la superficie marina più fredda, tende a cedere calore al mare…

Sino a quando non raggiunge l’equilibrio termico perfetto…

In questo momento, con Mare Nostrum adagiato su valori termici intorno ai 15 gradi, il flusso eolico che raggiunge il nostro territorio e che ha accarezzato per molti chilometri la sua superficie non può che avere la stessa temperatura…

A parità di condizioni, a fine mese, quello stesso flusso poterà con sé un bagaglio termico più elevato di almeno un paio di gradi…

Per il semplice fatto che solitamente, nella terza decade del mese, Mare Nostrum, avrà immagazzinato qualche punto in più di energia termica…

La temperatura media delle massime nel capoluogo genovese per il mese di aprile si aggira intorno ai 17 gradi…

Valore che viene mediato dalle giornate in cui Mastro Eolo si dispone da nord, con la più classica delle compressioni e valori termici decisamente più elevati rispetto ai venti provenienti dal mare…

Vi lascio la mappa della rete delle stazioni limet di quest’oggi…

Che spiega perfettamente questo meccanismo…

Guardate la direttrice del passo del Turchino sud-nord…

Fra 13 e 14 gradi lungo la costa…

Marino che scavalla il Turchino e raggiunge Ovada (14.6°C)…

Un po’ meno efficace procedendo verso nord (16.3°C)…

Inesistente a Vignale Monferrato dove la colonnina di mercurio ha addirittura raggiunto i 21 gradi senza il condizionamento di un marino decisamente più fresco…

Insomma, è tutto nella norma…

Orvuar

Brezza di mare e Sua Maestà

Per la serie, la pillola del giorno…

Igno dixit: “Persi un paio di gradi rispetto a ieri, a testimonianza che con la tramontana, anche solo parzialmente compressa, in questa stagione, si raggiungono valori più alti rispetto al flusso che arriva da un Mare Nostrum ancora freddo…”

Questo è ciò che accadeva ieri…

Ma guardate oggi…

Didattica allo stato puro…

Mare Nostrum, solitamente, tra la fine di febbraio e la prima metà di marzo raggiunge il suo valore più basso…

14.2 il riscontro superficiale registrato quest’oggi dall’Aeronautica Militare…

Tra Tigullio e 5 Terre, zone che solitamente restano maggiormente al riparo da Sua Maestà per avere spalle ben coperte (comprensorio avetano), si è attivata una carezza dal mare…

Una lieve brezza che, proprio per il semplice fatto di essere aria sovrastante la superficie marina ne acquisisce, per contatto, dovrei dire per conduzione, la stessa temperatura…

Risultato?

Don Mercurio oscillante fra 12 e 14 gradi e tasso di umidità che supera il 50%…

Dal Promontorio verso Genova, invece, è Sua Maestà ad avere la meglio, agevolata, come spesso accade, dai valichi appenninici più bassi…

E’ aria pescata direttamente dal catino padano, di provenienza continentale, dunque più secca e che tende a seccare ulteriormente per caduta e dunque compressione dai monti verso la linea di costa…

Risultato?

Don Mercurio oscillante fra 16 e 18 gradi e Mestizia che oscilla fra il 20 e il 35%…

Insomma, Gran Soleil sontuoso e in bella mostra dappertutto, ma le condizioni al suolo, anche a pochi metri di distanza non sono affatto le stesse…

Ahhhh, casa Liguria…

               

San Valentino bagnato?

Lo so, salto di netto il uichend…

E tratterò un argomento che, per mia natura, neppure riesco ad annoverarlo nel fantameteo…

Tipo odissea nello spazio, o giù di lì…

E non è neppure semplice…

Mi arrampicherò sugli specchi…

Sentirete le mie unghie stridere lunghi i vetri di un grattacielo altissimo…

E proverete quell’esperienza emotiva che gli scienziati di mezza Europa hanno chiamato grima…

Proprio quella che si prova quando un gessetto nuovo incontra una lavagna…

Peli dritti e pelle d’oca…

Ma ci provo lo stesso…

Prima dei siluri polari, le alabarde siberiane, i ruggiti atlantici…

Che poi a Valentino ci ritroviamo con un ruttino, invece che il ruggito, e ci si resta pure male…

Innanzi tutto, ad oggi, che siamo ancora a mercoledì, i due modelli principali di riferimento, quello americano (GFS) e quello europeo (READING) si mostrano allineati…

Non è cosa da poco…

Soprattutto quando la distanza temporale supera ancora abbondantemente le cento ore di previsione…

Vi mostro le due mappe…

Senza drammi, senza affanni, e senza ansie, provate a farvi guidare un po’ dai colori, un po’ dalle righe bianche, che poi sono le isobare, quelle linee che uniscono i punti al suolo con la stessa pressione…

Entrambe le mappe mostrano una parziale ritirata a casa propria dell’Alta pressione delle Azzorre…

Lasciando temporaneamente scoperta la spalla occidentale del continente europeo…

Una sorta di voragine in cui ci si infilerebbe, quasi di prepotenza, un po’ a spallate, sfruttando lo scivolo naturale del bordo orientale dell’alta pressione, e con discreta efficacia, un affondo perturbato con centro di bassa pressione principale posizionato nel nord Europa…

L’aria più fredda e instabile in entrata nel cuore del mediterraneo dalla porta temporaneamente spalancata della valle del Rodano, andrebbe ad aizzare un mare Nostrum in stato di quiete, termicamente più caldo e suscettibile alle sollecitazioni più fredde…

Un secondo centro di bassa pressione andrebbe a formarsi proprio a sud della Francia e sarebbe destinato a traslare verso casa Liguria nella giornata degli sbaciucchi a perdifiato…

Nelle due mappe non vi ho solo disegnato i centri principali di Alta e Bassa pressione…

Ma ho evidenziato, in nero, un tratto di una isobara particolare…

Ed entrambe le mappe, sia quella di origine americana, sia quella di origine europea, mostrana una sorta di esse proprio in corrispondenza delle Alpi, del catino padano e di casa Liguria…

Quella “esse” ci mostra come la pressione, dal sud della Francia, tende a scendere progressivamente verso il Golfo Ligure, ma resta più alta sia a sud, dove vive, pulsa e respira la parte più alta dell’anticiclone africano, sia a nord, proprio all’interno del catino padano dove l’aria più fredda che tenderà ad appiccicarsi al suolo, essendo più pesante, manterrà una pressione più elevata rispetto al Golfo…

E siccome la regola è sempre la stessa…

Ad est si attiverà lo scirocco che muoverà aria da sud, dove la pressione sarà più alta, verso il Golfo Ligure dove la pressione sarà più bassa…

Mentre contemporaneamente, dal catino padano, il solito meccanismo del travaso rovescerà l’aria più fredda dalla Pianura, dove la pressione sarà più alta, sempre verso il Golfo, dove appunto la pressione sarà più bassa…

Schema che ho provato a riassumere con la terza immagine allegata…

Una sorta di zoom delle due mappe generali precedenti…

Meccanismo super collaudato in casa Liguria…

Macchinoso ma in caso di riuscita anche piuttosto efficace…

In autunno anche troppo efficace alle volte…

Scirocco caldo e umido da una parte…

Travaso freddo dall’altra, dai valichi appenninici genovesi e savonesi…

Ma se siete arrivati sino a qui avrete anche compreso come riuscire a prevedere con matematica certezza che una configurazione così particolare, sebbene assolutamente non rara, macchinosa e cecchina sia tutt’altro che semplice da mandare in pasto al grande pubblico come fosse certezza matematica…

Certo, il poter disquisire con entrambi i modelli di riferimento allineati è un gran bel vedere…

Sapere che il fronte perturbato giungerà da ovest barra nord ovest con un bel bagaglio a mano di aria fredda in quota farebbe anche be sperare per una QD molto calpestabile…

E neppure i millimetri di pioggia sarebbero elemosine da strapazzo…

No, non è ancora una previsione…

Ma l’impianto previsto e pronosticato dai principali modelli di calcolo mi piaceva provare a raccontarvelo…

Mo so cazzi vostri…

Augh ❤

 

La densità

Una delle cose più difficili da comprendere ma al contempo affascinanti della meteorologia è proprio ciò che non si vede…

Perché la stragrande maggioranza di ciò che accade in atmosfera avviene per mezzo di meccanismi a noi sostanzialmente invisibili…

Parliamo, ad esempio, della densità…

Impossibile da percepire all’occhio umano…

Impossibile contare quante molecole d’aria ci siano in un metro cubo d’aria…

Però può accadere che due masse d’aria che hanno un’evidente densità diversa possano incontrarsi barra scontrarsi…

Quante volte vi ho detto o scritto che due masse d’aria con densità diverse si comportano proprio come l’acqua e l’olio che non si mescolano mai?

La passione per la meteorologia mi fa fare cose che normalmente la gente comune che ha altri interessi e altre passioni non fa…

Osservo, osservo quotidianamente il cielo, ma soprattutto tutti gli strumenti che la rete mi mette a disposizione…

Che siano strumenti amatoriali, come quelli di limet, o istituzionali, come quelli di regione Liguria e arpal poco importa…

La condivisione di tutto ciò che può aiutare all’osservazione e alla comprensione di ciò che accade nel nostro territorio è semplicemente fondamentale…

E stamattina osservavo…

E la mia attenzione è ricaduta sul valore di umidità molto basso (39%) della stazione meteorologica posta agli oltre 2mila metri del rifugio La Terza nel cuore delle nostre Alpi, a ponentissimo…

Al di sotto di quella quota si oscilla fra l’80 e il 100% di Mestizia…

Sfrutto l’occasione della webcam…

Eh si, perché quel sito di monitoraggio meteorologico oltre ad avere una stazione meteo ha anche una bellissima webcam fotografica…

Sapevo già cosa avrei visto…

Un meraviglioso tappeto di nubi steso appena qualche metro sotto la postazione della stazione e della webcam…

L’aria umida proveniente dal mare sale lungo i versanti esposti…

Perde circa 0.6°C ogni 100 metri di salita…

Si raffredda, non riesce più a contenere al suo interno il vapore acqueo invisibile e comincia a condensare…

Si formano le nuvole…

L’aria continua a salire…

Si, ma sino a che altezza?

In gioco entrano due variabili fondamentali…

Quanta spinta ha dal basso l’aria che risale dal mare e quanta resistenza trova in quota dalla presenza o di aria più secca e dunque più pesante o di aria più calda che ne inibisce la risalita…

Perché noi oramai lo sappiamo…

L’aria sale sino a quando trova un ambiente intorno a se più freddo di se stessa…

E la risposta, a ponentissimo, ce la da proprio questa webcam…

Poco sotto quota 2mila si è formata una linea netta di separazione fra le due masse d’aria che non si mescoleranno mai…

100% di umidità sino alla linea delle nubi…

39% di umidità sopra di esse…

Due masse d’aria completamente diverse, con densità diverse, temperature diverse e provenienza diversa…

Aria su aria, ma completamente separate, senza mai mescolarsi…

Questa è la mia meraviglia…

Cose che conosco a memoria ma che non mi stanco mai di osservare, raccontare e meravigliarmi…

Ari-sgiur ❤