Inversione termica

Come molti di voi sanno, ogni 6 ore, il mondo della meteorologia si ferma per acquisire tutti i dati dei parametri di cui necessitano i calcolatori per sfornare i modelli previsionali…

Oltre alle stazioni meteorologiche fisse a terra, agli aerei di linea, alle navi, vengono usati i palloni sonda…

Ad ogni pallone viene legato un sensore in grado di registrare la temperatura, l’umidità, la pressione, la direzione e la velocità del vento…

Prima che me lo chiediate, i palloni esplodono mediamente a circa 30 km di altezza e molto spesso i sensori ad esso collegati vengono recuperati dai cacciatori di sonde che ne seguono il tracciato GPS…

Sono dati FONDAMENTALI ad esempio per l’Aeronautica e perché senza conoscere i parametri in atmosfera non si potrebbe neppure simulare la benché minima previsione meteorologica…

E’ come se fosse una sorta di carotaggio dell’atmosfera…

In Italia, se non ricordo male, ci sono 8 punti in cui, ogni 6 ore, viene lanciato un pallone sonda…

Uno di questi si trova a Cuneo, a 386 metri sul livello del mare…

Questo il carotaggio di questa notte sulla verticale di Cuneo…

Che poi non è mai verticale, perché il vento in quota sposta in direzioni diverse la risalita del pallone sonda…

Ma vi volevo far vedere i primissimi metri di radiosondaggio…

Un radiosondaggio importantissimo anche perché misura la temperatura in libera atmosfera, senza il condizionamento del suolo…

Che, come sappiamo, scalda, di giorno, gli strati più prossimi alla terra, e li raffredda di notte, in caso di forte dispersione di calore…

385 metri: +1.2°C

427 metri: +7.8°C

469 metri: +10.2°C

478 metri: +10.4°C

Guardate quanto è sottile lo strato iniziale di inversione termica…

E’ notte, il suolo si raffredda molto velocemente e di conseguenza anche l’aria adagiata su di esso si raffredda per contatto…

Generando, così, una pellicola di aria fredda al suolo, mentre poco più sopra “galleggia” aria nettamente più calda…

Ma d’altronde siamo in condizioni di alta pressione, e la spinta dall’alto, di aria più calda, si fa sentire, eccome…

Ma di notte, quella spinta dell’aria più calda in quota non raggiunge il suolo, ma si ferma sopra lo strato di aria più fredda che si genera al suolo…

I bicchieri del video… 🤣🤣🤣

L’esile strato d’aria fredda al suolo, come potete immaginare, è comunque il segnale che di freddo, all’interno del Catino Padano, non ce n’è neppure l’ombra…

E che le basse temperature (ma comunque oltre la media del periodo) sono generate proprio da quegli anticicloni che generano le inversioni termiche al suolo mentre fanno schizzare lo zero termico a quote stellari…

Non ci credete?

Stanotte, se foste usciti a pisciare il cane vi sareste trovati immersi in quello strato d’aria con una temperatura intorno a un grado positivo, mentre contemporaneamente, lo zero termico lo avevamo a 2700 metri di quota…

In un caso come quello di stanotte e di questa mattina, lo strato di inversione termica era ben visibile attraverso il fumo in uscita dai camini…

Sappiamo che l’aria più calda sale dal basso verso l’alto sino a quando trova intorno a sé aria più fredda…

Ecco, in un caso come questo, l’aria calda in uscita dal camino sale per pochi metri, ovviamente mentre sale si raffredda, per poi tendere ad espandersi orizzontalmente quando incontra l’aria più calda sovrastante…

Osservazione empirica importante anche nelle nostre vallate e nelle nostre conche interne per capire l’altezza in cui l’aria comincia ad essere più calda di quella sottostante…

Ovviamente il tutto funziona in condizioni anticicloniche, cielo sereno e assenza di vento…

Ad osservare bene c’è sempre qualcosa da scoprire… 🥰

Ad maiora

Lo zero termico

Dalla ignoposta del cuore…

Ci scrive Maurizio:

“Non capisco una cosa però. Com’è possibile che in estate quando l’africano spinge lo 0 termico vola a 4500-5000 mentre gennaio con irraggiamento solare ai minimi e “pendenza” solare tipica dell’inverno astronomico, lo 0 termico riesce comunque ad arrivare a 4000?? Perché uno scarto così minimo a parità di figura barica in stagioni diametralmente opposte?”

Caro Maurizio, ottima domanda…

Provo risponderti in questo modo…

L’atmosfera non si riscalda per irraggiamento diretto, se non in minima parte, ma per trasferimento del calore dal suolo verso l’alto.

Questo è uno dei principali motivi per cui normalmente fa più caldo nei bassi strati che in quota…

Un altro fattore che condiziona l’andamento della temperatura atmosferica è quello legato alla quantità di molecole presenti nell’aria….

Che è certamente più densa nei bassi strati che in quota…

Dunque, anche quel poco calore che l’atmosfera riceve direttamente dall’irraggiamento diretto del sole privilegia i bassi strati dove i raggi solari hanno la possibilità di colpire un numero più elevato di molecole…

Tutto questo per dirti che quanto più ci si allontana dal suolo, quanto meno il sole incide sulla temperatura dell’aria…

Ovviamente ci sono delle differenze stagionali, ma giusto per farti un esempio, oggi, sopra la verticale di Cuneo, a circa 5500 metri c’erano -15 gradi…

Il 4 agosto del 2023, sempre alla stessa quota, -18°C…

Il 5 agosto -9°C…

Quest’anno, nel mese di gennaio, non siamo mai andati oltre -25°C…

Certamente più freddi della media estiva, ma neppure troppo distanti…

Vi lascio con due tabelle del radiosondaggio di Cuneo…

La prima riferita a tutto il mese di agosto del 2023…

La seconda a gennaio di quest’anno…

In entrambe le tabelle ho evidenziato in rosso i valori di temperatura registrati ogni giorno alla quota di circa 5500 metri…

-10.04°C ad agosto…

-20.49°C a gennaio…

Con uno scarto di soli dieci gradi…

Secondo voi, al suolo, la differenza della media di agosto e gennaio può essere di soli dieci gradi?

Certo che no, è molto più ampia…

A testimonianza che in quota l’irraggiamento solare incide meno che al suolo… 😁

Bonnuì 😘

Il punto di rugiada, o Dew Point

Dalla posta del cuore…

Ricevo da Claudia, pubblico e rispondo:

“Mi dici cos’è il punto di rugiada, per favore?

Grazie mille 🙏🤗

Cara Claudia, per chi è appassionato di meteorologia è forse uno dei parametri più importanti che vengono seguiti, che può sembrare banale, ma che in realtà è uno dei più complicati da spiegare…

Il punto di rugiada, o Dew Point non è altro che la temperatura a cui occorre abbassare una specifica massa d’aria affinché il vapore acqueo al suo interno diventi saturo, senza variare la pressione…

Cosa significa?

Avevo provato qualche settimana fa a spiegarlo, ma mi rendo conto che non è affatto semplice perché occorre introdurre il concetto di Umidità Relativa (quella che conoscete tutti e che si esprime in percentuale) e di Umidità Assoluta (che si esprime in grammi per metro cubo)…

Occorre partire da un concetto base…

L’aria contiene sempre del vapore acqueo, è trasparente e può variare in quantità…

Con l’aumentare della temperatura l’aria può contenere una maggiore quantità di vapore acqueo…

Con il diminuire della temperatura questa capacità di trattenere al proprio interno vapore acqueo diminuisce…

Vi faccio un esempio…

15°C e 67% di umidità

10°C e 67% di umidità

5°C e 67% di umidità

Queste sono le rilevazioni a cui siamo abituati…

In tutti e tre i casi sappiamo che quella massa d’aria contiene al suo interno 2/3 della sua capacità totale di trattenere vapore acqueo…

Ma quei dati non ci dicono quanto vapore acqueo c’è in ciascuna delle tre condizioni…

Ve lo dico io…

15°C e 67% = 8.6 g per metro cubo di vapore acqueo

10°C e 67% = 6.3 g per metro cubo di vapore acqueo

5°C e 67% = 4.5 g per metro cubo di vapore acqueo

Se ne deduce che abbassando la temperatura si abbassa anche la capacità di trattenere al proprio interno vapore acqueo…

Mi raccomando, parlo di vapore acqueo e non di pioggia o micro goccioline in sospensione come le nuvole…

Il vapore acqueo si trova allo stato gassoso ed è completamente nascosto tra le molecole dell’aria e risulta trasparente alla nostra vista…

Tutto ciò che è visibile, nebbia, pioggia, nuvole non è più vapore acqueo allo stato gassoso, ma è materia liquida che non fa più parte dell’atmosfera…

Quando, ad esempio, abbiamo una massa d’aria molto umida che proviene dal mare, questa incontra le montagne, sale, salendo si raffredda e come abbiamo appena imparato, abbassa la sua capacità di trattenere vapore acqueo al suo interno…

Vediamo le stesse temperature di prima e qual è la rispettiva capacità ad ogni temperatura…

15°C, 100% UR = 12.8 g per metro cubo

10°C, 100% UR = 9.4 g per metro cubo

5°C, 100% UR = 6.8 g per metro cubo

Queste sono le capacità massime di trattenere vapore acqueo al proprio interno di tre masse d’aria aventi temperature diverse…

Cosa accade, quindi, se una massa d’aria che giunge dal mare, a 15 gradi, con il 67% di umidità relativa (cioè che contiene 8.6 grammi di vapore acqueo al suo interno) sale di quota incontrando una montagna e si raffredda sino a raggiungere 5 gradi di temperatura?

Succede che ad un certo punto, intorno agli 8 gradi, quella massa d’aria raggiungerà il suo punto di rugiada, il punto in cui quei 8.6 grammi in dote non rappresenteranno più il suo 67% di capacità, ma il 100%…

E’ come se il suo serbatoio dove trattenere e nascondere il vapore acqueo alla nostra vista si sia ridotto…

Perché se in partenza, al suolo, con 15 gradi, quei 8.6 grammi rappresentavano il 67% del suo serbatoio, salendo di quota e raggiungendo una temperatura di circa 8 gradi, quegli stessi 8.6 grammi rappresentano il 100% del suo serbatoio…

L’aria è satura e quella temperatura rappresenta il punto di rugiada o Dew Point o punto di condensazione…

Perché punto di condensazione?

Perché quell’aria, continuando a salire diminuirà ancora di più il suo serbatoio, la sua capacità di trattenere e vapore acqueo…

Infatti abbiamo visto che a 5 gradi, la sua capacità massima è di soli 6.8 grammi per metro cubo di vapore acqueo…

E quindi cosa accade?

Semplice ma stupefacente…

La parte in accesso viene letteralmente “sputata” fuori dall’atmosfera e il vapore acqueo passa dallo stato gassoso (trasparente e nascosto tra le molecole dell’aria) allo stato liquido (micro goccioline di acqua) e diventa visibile ai nostri occhi…

In che modo?

Semplice, attraverso le nuvole…

Le nuvole non sono altro che ammassi di microgoccioline d’acqua, talmente piccole e leggere che riescono a stare in sospensione, e che sono il frutto della condensazione del vapore acqueo in accesso di quell’aria che si è raffreddata e non è stata più in grado di trattenere al suo interno…

Ma può avvenire anche il processo contrario…

Ad esempio quando vediamo il gaigo…

Nel filmato che mi ha mandato l’altro giorno Giovanni da Levanto, si vede esattamente il processo contrario alla condensazione…

L’ aria e le nuvole più fredde scavalcano la cresta della montagna…

Essendo più fredde sono anche più pesanti e quindi tendono a scivolare verso il basso da questa parte del versante…

Scendendo verso il basso la massa d’aria tende a riscaldarsi…

Scaldandosi torna ad aumentare la capacità di trattenere vapore acqueo e quindi le microgoccioline di cui sono formate quelle nuvole ritornano dallo stato liquido allo stato gassoso e spariscono alla nostra vista…

No no no, non è magia nera…

Ma la meraviglia di Madre Natura e le sue regole nascoste… 😍

Galaverna e gelicidio

Galaverna e gelicidio…

Due fenomeni completamente diversi ma che spesso confondiamo…

E invece la terminologia è importante…

Eh, lo so, detto da me non è molto credibile… 🤣🤣🤣

Ma occorre distinguerne assolutamente non solo come si formano, ma anche gli effetti al suolo…

Che sono completamente diversi…

La galaverna si forma, in montagna, in una giornata come questa…

Immaginate correnti fredde e umide che dal catino padano si spingono verso la nostra catena appenninica…

Sono costrette a risalire il versante contro il quale impattano e salendo raffreddano ulteriormente…

Raffreddandosi ancora di più raggiungono il punto di condensazione e formano delle nubi addossate ai versanti e che avvolgono le vette dei nostri Appennini…

Ora immaginate che a quelle quote la temperatura sia sotto zero…

Come accaduto quest’oggi…

Le nubi sono formate da miliardi di micro goccioline di acqua sopraffusa…

Cosa significa sopraffusa?

Che restano allo stato liquido nonostante le temperatura al di sotto dello zero perché sono talmente piccole che la tensione superficiale di ogni singola gocciolina crea una sorta di protezione e non le fa ghiacciare…

Avete presente quando cade poca acqua sul tavolo e si scompone in tante piccole gocce tonde?

Perché restano tonde e non si spantegano sul tavolo?

Per la stessa ragione…

E’ la tensione superficiale che le fa mantenere quella forma sferica senza farla spiattellare sul piano orizzontale…

Quell’aria giunta sulla cima della montagna sposta le nubi contro gli oggetti presenti, i rami degli alberi, le ringhiere, le foglie e tutto ciò che trova…

L’urto di tutte quelle micro goccioline contro un ostacolo fa si che si spezzi quella tensione e congeli all’istante…

Formando un micro cristallo di ghiaccio, al quale se ne aggiunge un altro, un altro e un altro ancora…

L’effetto è quello di una nevicata senza che sia caduto un solo fiocco di neve…

Creando forme leggerissime e allungate nella direzione del vento…

Il gelicidio, fenomeno altrettanto spettacolare ma decisamente più pericoloso, si forma invece quando piove a temperature negative…

Com’è possibile che piova sotto zero?

Dopo un’irruzione di aria particolarmente fredda, l’aria gelida tende a depositarsi al suolo, all’interno del catino padano (che di fatto è una conca chiusa da tre lati dalle Alpi e dagli Appennini) e all’interno delle valli del nostro entroterra…

Può accadere che al passaggio di un fronte perturbato, il richiamo sciroccale in quota sia talmente forte e talmente caldo (più leggero) che sovrascorre l’aria fredda (più pesante) che si è depositata nei bassi strati riparati dalle montagne…

La precipitazione, d’inverno, che parte quasi sempre solida (neve) attraversa il flusso sciroccale caldo, fonde e diventa pioggia…

Pioggia che quando raggiunge il suolo, gli strati più bassi in cui resistono sacche di aria sotto lo zero, gela creando appunto il gelicidio o vetrone…

Che è ben altra cosa, sia in termini di consistenza che in termini di pericolo per la viabilità e le piante che riescono a sopportarne sino un certo peso, poi rischiano il collasso o la rottura dei rami…

Vi lascio con lo spettacolo della galaverna immortalato quest’oggi dal nostro solito Andrea…

Ma nella prima immagine, vi metto il confronto tra i due fenomeni…

E direi che rende, belin se rende… 🥰

Bonnuì 😘

Di cuscini freddi e di Sua Maestà compressa

Casa Liguria è davvero pazzesca, incredibile e nasconde tanti di quei segreti che nemmeno riusciamo ad immaginarli…

Non è facile, ma io ci provo lo stesso…

Andiamo con ordine…

Stanotte il rasserenamento del cielo ha permesso un buon raffreddamento degli strati più bassi dell’atmosfera all’interno del Catino Padano e all’interno delle nostre conche e delle nostre valli…

La temperatura, in queste zone, è scesa su valori ad una sola cifra…

Aria più fredda che è rimasta sino alle prime ore del mattino incollata al suolo…

Contemporaneamente, la risalita dell’anticiclone da ovest verso latitudini ancora più settentrionali, ha permesso ad un flusso d’aria da nord-ovest di sfondare e scavallare la catena alpina e precipitare verso il catino padano in direzione proprio di casa Liguria…

Flusso d’aria che, nella sua caduta verso il basso si è ulteriormente seccata e non ha raggiunto immediatamente il suolo…

Perché lì ci ha trovato uno strato di aria più fredda, più densa e più pesante con la quale non si è mescolata…

E quindi è accaduta una cosa difficile da comprendere ma assolutamente normale nelle sue dinamiche…

Quel flusso proveniente da nord-ovest, in caduta dalle Alpi si è messo a scorrere sopra quel cuscino d’aria fredda incollata al suolo…

E la stessa cosa è accaduta a casa Liguria…

Sua Maestà, ha raggiunto le vette appenniniche, ha sorvolato le conche d’aria fredde del nostro entroterra e solo giunta in prossimità della linea di costa ha cominciato a scendere verso la battigia…

Ecco spiegati gli 8 gradi di Masone e i 18 di Arenzano e Genova Voltri di questa mattina alla stessa ora…

Aria calda e aria fredda non si mescolano mai…

Poi, col passare delle ore, Gran Soleil ha cominciato a scaldare il suolo anche della Pianura Padana e delle nostri valli interne e di conseguenza anche gli strati più bassi dell’atmosfera a contatto diretto col suolo sono tornati a salire di temperatura…

A quel punto anche il flusso da nord ovest non ha più incontrato ostacoli, e non trovando più il cuscino freddo della notte i valori termici si sono sostanzialmente uniformati…

Ma c’è un’ulteriore particolarità…

Il baluardo posto dai nostri Appennini e dalle nostre Alpi…

Che ovviamente cambia con l’altezza delle loro montagne…

Tra genovesato e savonese, dove non solo i monti sono mediamente meno alti ma sono presenti numerosi valichi di collegamento con l’oltre giogo, Sua Maestà ha gioco facile…

E ce ne accorgiamo non solo con i valori termici più elevati (21/23 gradi) dovuti alla compressione del flusso d’aria da nord ovest che deve superare prima la barriera alpina e poi quella appenninica, ma anche dai valori igrometrici molto bassi…

Mentre vi scrivo, tra savonese e genovesato Mestizia quasi non pervenuta e oscillante fra il 30 e il 40%…

A levante e a ponentissimo, la presenza di montagne più elevate e la mancanza di collegamenti diretti con il catino padano lo svalico di Sua Maestà non avviene facilmente…

Anzi, sotto costa prevalgono le brezze di mare…

E ce ne accorgiamo da valori termici che oscillano intorno ai 19 gradi, ovviamente condizionati dalla temperatura superficiale di Mare Nostrum e da valori igrometrici nettamente più elevati e che oscillano fra il 70 e l’80%…

Ora ditemi, siamo o non siamo una regione pazzesca? 😍

I palloni sonda inquinano?

Dalla posta del cuore…

Ricevo e pubblico…

“Ho scoperto solo adesso di queste sonde meteorologiche. Trovo che sia assurdo parlare di cambiamento climatico e intanto inquinare così l’ambiente. Ce ne parli?”

Cara Alessandra, non è argomento nuovo per questa pagina, anzi…

Devi sapere che tutte le tavolozze che posto quotidianamente su questa pagina si possono dipingere anche grazie a quelle radiosonde…

Ogni giorno, ogni 6 ore, il mondo della meteorologia si ferma per un istante…

Alle 00, alle 06, alle 12 e infine alle 18…

E così via il giorno dopo, ripartendo sempre dalle 00…

Ogni 6 ore, tutte le stazioni meteorologiche omologate dall’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (OMM) inviano ai centri di calcolo di tutto il mondo, i dati registrati in tempo reale…

Si fa, cioè, la fotografia di quel preciso istante, delle condizioni meteorologiche di tutto il pianeta…

Anzi, scusa, di tutta l’atmosfera…

Temperatura, umidità, vento, velocità, direzione, pressione, etc, etc…

Sono sufficienti le stazioni meteorologiche installate al suolo per fare una fotografia esatta delle condizioni di partenza?

No, non lo sono…

Pensa agli Oceani, ai deserti, all’Artico e all’Antartide…

Centinaia di migliaia di chilometri quadrati che vengono monitorati con pochissimi strumenti…

Ma la difficoltà più grande è il monitoraggio degli strati di atmosfera sopra le nostre teste…

Che non sono importanti, bensì fondamentali per provare a simulare ciò che potrebbe accadere nei prossimi giorni…

Eh si, perché proprio grazie a quella fotografia, quel fermo immagine meteorologico che viene scattato e registrato ogni 6 ore, i calcolatori cercano di simulare ciò che accadrà nel futuro…

Ma se a terra, gli strati dell’atmosfera prossimi al suolo cerchiamo di registrarne il più possibile mediante le stazioni meteorologiche ufficiali, in quota diventa un filo più difficile…

E usiamo proprio quei palloni sonda…

Si attacca ad un pallone un congegno che contiene al suo interno alcuni sensori per misurare la temperatura, l’umidità, la pressione e il vento e lo si lascia volare in cielo…

Al suo interno un trasmettitore riesce a inviare i dati in tempo reale per essere inviati anch’essi ai calcolatori di tutto il mondo…

In Italia, ogni 6 ore, alle stessa ora in cui si ferma il mondo della meteorologia per raccogliere i dati, vengono lanciati otto palloni sonda in diverse località…

Sono pochi, anzi pochissimi…

Perché i calcolatori devono non solo simulare ciò che accadrà con quei pochi dati disponibili, ma devono anche calcolarsi (sarebbe meglio scrivere immaginarsi) tutti i dati mancanti che non riusciamo a fornirgli…

Quelle sonde, ad una altezza approssimativa di 30mila metri (30 km) ricadono al suolo, o in mare a causa dello scoppio del pallone che le ha portate sino a lassù…

Senza quei dati non esisterebbero mappe meteorologiche di nessun tipo…

Inquinano?

Certo, quelle non recuperate inquinano…

Ma non solo non abbiamo altri strumenti efficaci (anzi sono troppo poche quelle che vengono lanciate), ma occorre sempre valutare costi benefici…

E fortunatamente esistono gruppi numerosi di cacciatori di sonde meteorologiche che, agganciando il segnale gps delle stesse ne seguono le tracce e fanno a gara per recuperarle…

Insomma, parere personale, non la considero una tragedia ma una necessità che andrebbe persino implementata…

Poi ognuno si può fare la sua personalissima idea…

La mareggiata e il periodo d’onda

Perché la mareggiata di oggi ha avuto le caratteristiche di quelle oceaniche?

Quante volte avete letto la parola fetch in questi giorni?

O il periodo d’onda?

Le onde più grandi e più potenti si manifestano solitamente in Oceano semplicemente perché lì, il vento, può soffiare per molte ore, a velocità costante ed elevata, senza interruzione alcuna…

Il fetch, infatti, è il tempo e la distanza percorsa dallo stesso vento in un tratto d’acqua non ostruito.

All’interno del Mar Mediterraneo, essendo un bacino più piccolo, per fortuna, è un po’ più raro…

Ma può accadere…

Perché nei giorni scorsi è stato importante e fondamentale mettere in risalto la partenza di Capitan Libeccio dallo stretto di Gibilterra, da quel tratto di Mare di Alboran che è poi il più lontano dalle nostre coste?

Semplicemente perché quel vento, come accadrà anche domani sera e parte di domenica, è arrivato a noi partendo proprio da quelle zone, soffiando e spingendo il mare per oltre mille chilometri…

E ci si aspettava una mareggiata non solo con onde alte oltre i 6 metri di altezza, ma con un periodo molto lungo…

Il periodo non è altro che la distanza fra due creste d’onda, che altro non sono che la parte più alta dell’onda stessa…

Quanto più il periodo si dilata, quanto più la mareggiata prende forza e diventa distruttiva…

La foto migliore che ho trovato quest’oggi è di Francesco di Varazze…

E guardate come si vede bene il periodo d’onda ampio…

Anche di 7/8 secondi…

Come se l’onda avesse il tempo di prendere la rincorsa…

Il downburst

In tanti, anzi troppi, avete parlato di tromba d’aria…

Parlo ovviamente di quanto accaduto ieri pomeriggio…

In realtà non si è trattato di trombe d’aria, ma di un fenomeno di cui abbiamo già parlato molte volte e che può avere effetti talvolta anche più devastanti di una tromba d’aria…

Il downburst…

Ho sempre paragonato un temporale convettivo come un enorme lavatrice a cielo aperto…

La fase di carico è data dall’aria calda e molto umida che viene scalzata dal suolo e scaraventata verso l’alto…
Non a caso, prima del passaggio di una linea instabile come quella accaduta ieri si mette in moto un vero e proprio aspiratore di aria calda e soffocante che viene prelevata dal mare…

L’aria sale verticalmente…

Raffredda e condensa…

Creando nubi a sviluppo verticale…

E come una qualsiasi lavatrice tutta quell’aria in quota deve essere scaricata…

Con le precipitazioni e con i venti discendenti…

Verticali…

Che possono raggiungere velocità anche superiori ai 100 km orari…

Moti discendenti che quando raggiungono il suolo sono costretti ad irradiarsi orizzontalmente…

A folate anche molto violente…

E che solitamente precedono di poco le precipitazioni in arrivo…

Lo so, sembra di essere dentro un tornado…

In realtà sono le raffiche di vento orizzontali dei moti verticali in seno alla fase di scarico del temporale…

Madre Natura che fa mensole…

In gergo tecnico, quasi spinto, naturalmente inglese, si definisce Shelf Cloud…

L’idioma italico lo traduce semplicemente in nube a mensola…

La si riconosce facilmente…

Fa parte della categoria delle nubi accessorie, appartenente comunque alla famiglia dei cumulonembi…

Ha una struttura che la fa sembrare una mensola arcuata…

Spinta da dietro dal downdraft del temporale…

Down cosa?

Pensate a cosa è successo ieri…

Una massa d’aria in quota, più fredda di quella preesistente, ha scavalcato le Alpi occidentali e ha attraversato il basso Piemonte e parte di casa Liguria…

Una parte di questa massa d’aria, più fredda e dunque più pesante, è scivolata al suolo lungo i versanti alpini prendendo il posto di quella più calda preesistente nei bassi strati…

Che è stata letteralmente scaraventata verso l’alto…

Salendo, ha trovato aria più fredda, quella appunto che aveva scavalcato la catena alpina…

E la sua risalita non solo non si è fermata, ma è aumentata di velocità…

Formando una linea temporalesca che come un aratro si è mossa da ovest verso est…

Aria calda e umida che sale verso l’alto…

Aria fredda e più secca che scende verso il suolo…

La solita instancabile compensazione di Madre Natura…

Ed è proprio quell’aria più fredda e secca (downdraft) che scendendo verso il suolo genera una corrente orizzontale (outflow) che non fa altro che incunearsi al di sotto dell’aria calda davanti a sé che ovviamente è costretta ad alzarsi e a condensare a bassa quota a causa del contatto ravvicinato con quella stessa aria più fredda in discesa e in uscita dal temporale…

Il risultato è questa nube spettacolare e spaventosa allo stesso tempo sul bordo avanzante…

Altro non è che una sorta di “anticipo” delle precipitazioni in arrivo…

Vi lascio con uno schema semplice ma esaustivo…

E gli splendidi scatti dell’amico Andrea…

Effetto Venturi e dintorni…

Qualcuno mi ha fatto giustamente notare che nelle vallate interne Mastro Eolo era più che vivace, quasi baldanzoso…

Col marino succede…

Ance se lungo la costa soffia debole o al più moderato, nelle zone interne, in particolare quelle dell’oltre giogo tende ad accelerare…

Si chiama effetto Venturi…

Una legge fisica, scoperta e dimostrata nell’800 da Giovan Battista Venturi…

Un amico…

E senza saperlo, la conosciamo e la applichiamo inconsapevolmente quasi ogni giorno…

Praticamente tutti…

Ma la prima cosa da sapere, anche se per voi meteobeline non dovrebbe essere una novità, è che un gas è un fluido e come tale si comporta…

E siccome l’atmosfera e quindi l’aria che respiriamo è un insieme di gas, è anch’essa sottoposta alle rigide leggi della fisica che governano i fluidi…

Quando un fluido è costretto a scorrere da uno spazio più ampio ad uno spazio più stretto, per conservare la sua massa iniziale, è costretto ad accelerare per poi rallentare nuovamente in prossimità di un passaggio più ampio…

Questo è ciò che accade ogni giorno nelle nostre case…

La famoserrima corrente d’aria…

Quando apriamo le finestre, l’aria tende ad accelerare al passaggio nei corridoi stretti di casa, per poi rallentare in prossimità delle stanze più grandi…

Lo stesso identico meccanismo accade con il marino…

Quando riesce a raggiungere i valichi appenninici più bassi e scende nelle vallate dell’oltre giogo più strette tende ad accelerare, a volte anche piuttosto violentemente…

Per poi rallentare e decelerare una volta raggiunta la Pianura Padana…

Identico effetto, e forse anche più conosciuto, è quello che si verifica nello stretto di Messina e soprattutto in prossimità delle Bocche di Bonifacio, quello stretto corridoio di mare che divide le coste settentrionali della Sardegna con il sud dell’isola dei senza bidè…

Anche qui, come accade nelle nostre strette vallate interne o nei nostri corridoi di casa, quella strozzatura costringe il vento ad accelerare raggiungendo velocità notevoli rispetto a quella iniziale…

Ovviamente, quando la velocità diminuisce avviene un accumulo del flusso (come quando si forma la coda al casello) e la pressione tende ad aumentare…

Diversamente, quando la velocità aumenta, la pressione tende a diminuire…

Sono dinamiche fondamentali, utilizzate anche nella vita comune…

Le ali di un aereo, ad esempio…

Non sono disegnate a canes penis…

Bensì in modo tale che l’aria scorra molto velocemente nella parte superiore affinché si abbia bassa pressione…

E molto più lentamente nella parte inferiore, in modo da avere una pressione maggiore…

Quella maggiore pressione al di sotto delle ali è sufficiente per vincere la forza di gravità e a tenere in volo l’aereo…

Ciò che noi chiamiamo “mio dio fai che non cada” i fisici la chiamano portanza…

Bonsuar…