3 marzo 2005, vent’anni dopo…

Chissà perché, ma tutti o quasi tutti ricordano l’incredibile nevicata del 3 marzo del 2005, e quasi nessuno ricorda quella del 26 gennaio dell’anno successivo che durò due giorni consecutivi…

Misteri del bias cognitivo, chi lo sa…

Ma quella di vent’anni fa, come fosse oggi, è stata certamente una delle nevicate più importanti e più intense che la costa abbia mai registrato in questo millennio…

La dinamica è quella da manuale delle Giovani Marmotte…

Di quelle diventate ormai rare e che hanno allontanato la neve non solo dalla costa di casa Liguria ma anche da tutta la Pianura Padana, evento ormai diventato inconsueto anche laddove, d’inverno, era la normalità…

I giorni precedenti al 3 marzo una massa gelida in arrivo dal nord-est dell’Europa, approfittando di un’alta pressione completamente disinteressata al Vecchio Continente, entrava all’interno del Catino Padano e del bacino mediterraneo come lama nel burro…

Aria fredda, anzi gelida non solo in quota ma anche e soprattutto nei bassi strati, che andò a colmare quel Catino Padano, trasformandolo in un contenitore e serbatoio pronto per essere utilizzato al successivo fronte atlantico…

Il 2 mattina, casa Liguria, e non solo, si sveglia al gelo…

Crocetta d’Orero, alle spalle di Genova, spartiacque naturale con l’oltre giogo, registra un incredibile -11.1°C…

A Bargagli, alle 5 del mattino, spicca un valore di assoluto rilievo: -7.1°C…

Ancor più indicativi del freddo in entrata sulla nostra regione sono i -5°C registrati quella stessa mattina a Genova Castellaccio, ad appena 360 metri sul livello del mare…

Ma fa freddo ovunque, a Vicomorasso, nel comune di Sant’Olcese si sfiorano i -7°C mentre fronte mare, all’istituto Nautico di Savona, tra le 6 e le 7 del mattino, si scende a -1.5°C…

-2.5 nella mite Pegli e -3.3 a Voltri, sempre nel comune di Genova, mentre in val Bisagno, tra Struppa e Prato si sfiorano i -9°C…

E’ sempre il 2 marzo, è sempre mattino, e in località Sanda, a Celle Ligure, il termometro scende sino a -4.3°C, -5.4 a Mele e sfiora i -7 a Mignanego…

A ponentissimo, alle tre della notte, persino Imperia sperimenta gli zero gradi spaccati…

Albenga scende a -2.8°C, Stella accarezza quota -7 (-6.8°C per la precisione), mentre a Creto, nel comune di Montoggio, spartiacque naturale tra la val Bisagno e la valle Scrivia si sfiorano i -12°C…

Il gelo stordisce tutto l’entroterra e neppure poco: Rovegno -18.9°C, Alpicella -5.8°C, al lago di Giacopiane, tra le 5 e le 7 del mattino ci si barcamena intorno ai -9 con una puntata a -9.4 prima delle 6…

Il freddo invade tutta casa Liguria, da ovest ad est, senza distinzione alcuna…

Monterosso al Mare, dalla mezzanotte sino a quasi le 8 del mattino resta costantemente sotto zero, toccando una minima di -2.2°C…

Santa Margherita Vara sfonda la doppia cifra negativa e stacca un incredibile -10.6°C mentre Romito Magra si ferma a -5.3°C…

-4 il riscontro termico a Spezia, -2.8 a Levanto, -9.1 il risveglio a Sesta Godano…

Al gelo anche i passi appenninici tra i più importanti per l’evento nevoso che da lì a meno di 24 ore si sarebbe verificato su molte zone della nostra regione…

Cadibona si sveglia con oltre 7 gradi negativi (-7.3°C) mentre il passo del Turchino sfiora addirittura la doppia cifra negativa (-9.6°C)…

Insomma, l’idea del freddo, secondo me, ve la siete fatta…

E il cuscino freddo padano era lì, bello formato, e bello pronto per essere sfruttato a pieno regime dalla prima perturbazione atlantica che avesse voglia di transitare sopra le nostre teste…

Nel corso di quella giornata, risvegliatasi con un cielo ampiamente stellato, i prodromi di quella perturbazione tanto attesa quanto desiderata, cominciarono ad affacciarsi da ovest prima di bussare alla porta più occidentale e chiudere il cielo di casa Liguria in serata…

La temperatura, a Genova, dopo una minima di quasi -4 gradi registrata presso l’Università DICCA di Albaro, risale sino a sfiorare i 6 gradi positivi…

La notte successiva, quella del 3 marzo, tra le due e mezza e le tre, dal cielo comincia a precipitare qualcosa…

Dapprima in forma liquida, poi mista, infine solida…

La formazione di un minimo di bassa pressione secondario sul mare attivò immediatamente il Travaso Padano e tutto il freddo rimasto incastonato all’interno dell’oltre giogo si riversò in città e lungo la costa…

Alle di 2 di notte, il termometro dell’Università segnava ancora +4.8, un’ora dopo -0.9°C…

La precipitazione nevosa si fece fitta e a larghe falde, e permise altresì il trasferimento dell’aria fredda dalle quote superiori nei bassi strati…

Dalle 7 del mattino sino alle 14.30 il termometro dell’Università di Albaro non riuscì a salire al di sopra dei -2°C toccando una minima di giornata di -2.9…

Anche se continuò a nevischiare per ancora molte ore durante il giorno, il grosso dell’accumulo lo fece proprio fra le tre della notte e le prime ore del mattino…

A quel tempo abitavo in val Bisagno, nel quartiere di Struppa…

E questa foto, anzi, questo fermo immagine di un video andato perduto, purtroppo, risale proprio alle primissime ore di quella mattina di vent’anni fa…

Una quarantina di centimetri di neve di ottima qualità…

Certo, in giro ce ne sono di più belle, suggestive e spettacolari…

Ma lì sotto c’era la mia auto, e quella nottata non credo che la dimenticherò mai…

Manchi, cara la mia Dama, manchi da morire… ☺️

Madre Natura che regala incanti

Immaginate che dell’aria fredda entri dalla porta della Bora triestina, che attraversi tutto il Catino Padano e vada a sbattere contro le dorsali settentrionali del nostro Appennino…

Immaginate che quell’aria, trovando innanzi a sé un ostacolo orografico sia costretta a risalire lungo quei versanti…

Immaginate che risalendo verso l’alto e trovando necessariamente una pressione minore tenda ulteriormente a raffreddarsi e dunque a raggiungere piuttosto velocemente il punto di condensazione…

Ora dovete immaginare che proprio in quel momento, dal punto di condensazione in su il vapore acqueo contenuto in quell’aria inizi il suo passaggio di stato, da quello gassoso (invisibile) a quello liquido (visibile)…

Immaginate che quello è il punto in cui si forma la base delle nuvole addossate ai versanti padani del nostro Appennino…

Nubi che non sono formate da vapore acqueo allo stato gassoso ma da micro goccioline d’acqua talmente piccole che non solo restano in sospensione, ma vengono trasportate verso l’alto da quello stesso flusso che risale il versante…

Ora dovete immaginare che quelle micro goccioline di cui sono formate le nubi, anche se a temperature negative di qualche grado, come accaduto nei giorni scorsi, riescano a non solidificare grazie alla loro tensione superficiale…

Oddio, tensione de che?

Le molecole d’acqua dello strato più superficiale a contatto con l’aria sono attratte dalle molecole sottostanti e tale condizione crea una tensione visibile perché l’acqua sembra ricoperta da una sottile pellicola elastica: questo fenomeno è chiamato “tensione superficiale”…

Come quando cadono minuscole goccioline d’acqua sopra un tavolo e restano nella loro dimensione tondeggiante e non si spantegano sul tavolo…

Ecco, dovete immaginare che le micro goccioline d’acqua che formano una nube sono talmente piccole e le loro molecole talmente coese fra di loro che nonostante la temperatura esterna sia di qualche grado sotto zero resistono alla tentazione fisica di cristallizzare e passare dallo stato liquido a quello solido…

E quindi come si forma la galaverna?

Semplice, quasi semplicerrimo…

Il vento trasporta queste nubi le cui micro goccioline sono in condizione di sopraffusione (liquide ma con temperatura negativa) sino a quando non sbattono contro qualcosa che rompa quella tensione superficiale…

Un ramo, una foglia, un tronco, una ringhiera, un ostacolo qualsiasi…

Ecco, ora dovete immaginare che non appena la tensione superficiale di ogni singola micro gocciolina si rompe, la temperatura dell’aria negativa comincia a fare il suo dovere istantaneamente e la trasforma in un micro cristallo di ghiaccio…

E ogni singolo cristallo di ghiaccio che va a sommarsi dalla parte sopravento e non sottovento (ovviamente) crea quella specie di barba nevosa, quasi mai pericolosa perché molto friabile e leggera che disegna scenari incantati e incantevoli…

L’esempio, qui di seguito, immortalato da Carla Paganini verso il Passo Cento Croci e l’Alta Via è quasi commovente…

E che nulla c’entra con il gelicidio…

Meraviglia 🥰

Vi spiego come ci fottono

Seguo la meteorologia da oltre 40 anni…

In maniera maniacale, attenta e puntuale…

Da quando, nel 2007, ho deciso di mettere in piazza le mie idee e i miei convincimenti, l’ho fatto solo ed esclusivamente per combattere un sistema troppo autoreferenziale…

E l’ho fatto non solo vestendo i panni del “leone da tastiera”, ma provando a cambiare il sistema con attività reali e con attacchi mirati…

Sia all’interno degli enti tecnici preposti…

Sia con la politica…

Utilizzando persino le aule di tribunale…

E chi mi conosce lo sa…

La mia è l’esperienza di un cane sciolto…

O come piace definirmi meglio, di un battitore libero…

Lungo il mio cammino mi hanno voltato le spalle persino i miei compagni di viaggio, spaventati dal mio percorso, dalle mie battaglie, dal mio furore…

Potrei scrivere un libro su come la meteorologia è stata trattata e in larga misura continua ad essere trattata in Liguria e più in generale nel nostro paese…

Ho frequentato e ho incontrato più volte enti come l’arpal, la fondazione cima, assessori di protezione civile a livello regionale e comunale, Genova compresa…

Ho le mie idee, non politiche, ma di cosa sia necessario per diventare realmente resilienti ad un cambiamento climatico ineluttabile che sta minando una società, un’economia, un’antropizzazione costruite su un modello climatico che era un’altra cosa…

Nel mio ignotur, dove parlo spesso di rischio idrogeologico, non credo che il sentimento prevalente delle migliaia di persone che vi hanno partecipato sia quello del terrore…

Bensì di una maggiore consapevolezza nell’avere e nel poter utilizzare strumenti, capacità e conoscenze in grado di non farsi cogliere impreparati…

In tanti anni di “battitore libero” credo di aver raggiunto quella capacità minima per saper selezionare le banche dati e imparare a leggerle…

E di saper riconoscere le condizioni meteo climatiche attuali e confrontarle con quelle di parecchi decenni fa…

Ma studiare il clima è cosa ancor più complicata della meteorologia stessa, per la semplice e non banale necessità di avere dati trentennali da poter confrontare…

Dati, non sensazioni, ricordi o titoli di giornali…

E così ci fottono…

E la cosa più triste, per me, è che quelli che vengono fottuti sono proprio quelli della mia generazione…

Quelli che dovrebbero accompagnare quelle nuove ad una presa di coscienza che il sistema socio-economico messo in piedi dal dopo guerra in poi scricchiola da tutte le parti…

Che rivedere le città, così come le abbiamo concepite durante il boom economico, dovrebbe essere la priorità assoluta…

Genova, città ossimoro per eccellenza…

Una città che in poco più di 40 anni ha perso 250.000 abitanti, una città in cui si vive peggio di 40 anni fa…

Con i rivi e i torrenti tombati e tombinati pronti ad esplodere, con le colline divorate negli anni 60 e sormontate da muri di contenimento pronti a sgretolarsi…

Alla disperata ricerca di nuove strade, nuovi parcheggi…

Diminuiscono le persone, aumentano le auto…

In numero e in dimensione…

Dovremmo avere una città più aperta, più ariosa, più verde…

Dovremmo abbattere, aprire, piantare alberi per avere ombra, dovremmo incentivare una mobilità alternativa per stare e vivere meglio e più a lungo…

Dovremmo combattere tutti insieme, magari anche con soluzioni diverse, ma con un obiettivo comune…

E invece basta un post con una pagina di un giornale del 1964 che questo viene rilanciato centinaia se non migliaia di volte, per farlo diventare virale e buttare nel cesso quella consapevolezza che dovremmo avere tutti per spingere nella direzione giusta…

E che forse neppure basterà…

Un titolo di giornale per farci credere che faceva caldo allora esattamente come fa caldo oggi…

E quindi mi sono preso la briga di andare a studiare cosa sia realmente accaduto in quel 1964…

Una delle serie storiche più complete l’ho trovata in una stazione meteorologica di Pistoia…

Ne ho scaricato i dati, li ho messi dentro un banalissimo foglio di calcolo e ho cominciato a contarli, a verificarli, a confrontarli…

Luglio 1964: media temp. min +17.08°C

Luglio 2023: media temp. min +19.15°C

Luglio 1964: media temp. max +30.56°C

Luglio 2023: media temp. max +33.14°C

Agosto 1964: media temp. min +15.93°C

Agosto 2023: media temp. min +18.09°C

Agosto 1964: media temp. max +29.60°C

Agosto 2023: media temp. max +32.73°C

Luglio e agosto 1964, superata per 31 volte la soglia dei 30°C

Luglio e agosto 2023, superata per 48 volte la soglia dei 30°C

Luglio e agosto 1964, superata per zero volte la soglia dei 40°C

Luglio e agosto 2023, superata per 2 volte la soglia dei 40°C

Ci stiamo facendo fottere la testa da coloro che si dimenano nei social, da una tastiera di un computer per dirci che ci stanno fottendo…

Mentre a fotterci sarà Madre Natura…

Mentre l’orchestra suona, suona e suona sino alla fine…

Si possono prevedere le scie di condensazione?

L’aria è un contenitore di vapore acqueo…

Ma non è un contenitore infinito…

A temperature diverse può contenere quantità diverse di vapore…

Se è più calda ne può contenere di più…

A 30 gradi può contenere sino a 30.4 grammi per metro cubo di vapore acqueo…

Se è più fredda ne può contenere di meno…

A zero gradi può contenerne solo 4.8 grammi per metro cubo…

La cosa importante è non confondere il vapore acqueo che è un gas (invisibile, incolore e inodore) con le nuvole, che sono entità allo stato liquido formate da micro goccioline d’acqua…

Perché ieri vi ho postato la tavolozza della previsione dell’umidità a circa 9mila metri?

Per farvi vedere che a quella quota, nel corso della giornata, sarebbe arrivata una massa d’aria satura, ovvero con il massimo del vapore acqueo che può contenere…

E quant’è il suo massimo?

Beh, ovviamente dipende dalla temperatura (in realtà anche dalla pressione, ma noi, per semplificare, ci limitiamo a prendere in esame solo la temperatura)…

Il pallone sonda lanciato questa notte a Cuneo ha misurato una temperatura di -44.1 a circa 9200 metri di quota…

Quell’aria non può certo contenere gli oltre 30 grammi per metro cubo che può contenere quando raggiunge i 30 gradi positivi…

E neppure i 4.8 grammi per metro cubo che può contenere a zero gradi…

A quella temperatura il massimo del vapore acqueo che può contenere quella massa d’aria è nell’ordine dello zerovirgolaqualcosa per metro cubo…

Davvero poca cosa…

Ed è facile intuire, anzi lo era sin da ieri, che oggi sarebbe stato molto facile poter osservare le scie degli aerei che insieme alla combustione rilasciano grandi quantità di vapore acqueo…

Vapore acqueo che, rilasciato all’interno di una massa d’aria satura e che può contenere pochissime quantità di vapore acqueo al suo interno, non può far altro che condensare e trasformarsi immediatamente in micro goccioline d’acqua o, come in questo caso, a causa della temperatura molto bassa, in micro cristalli di ghiaccio…

La loro persistenza dipende semplicemente dal vento in quota e da quanto viene in un certo senso “diluito” quel vapore acqueo in atmosfera…

Vi lascio tre immagini…

1) la previsione di ieri sera dell’umidità a 9mila metri che avremmo avuto oggi…

2) il radiosondaggio di questa notte a Cuneo che evidenzia una temperatura di -44°C, un’umidità già abbastanza elevata del 71% e una quantità di vapore acqueo per metro cubo di appena 0.18 grammi…

3) la foto appena scattata sopra la mia testa…

Maaaa…da cosa si deduce che sarà un’ aurora strepitosa?

Dalla ignoposta del cuore…

Ci scrive Ornella:

“Maaaa…da cosa si deduce che sarà un’ aurora strepitosa? Spiegone per una super igno , mi raccomando”

Cara Ornella, l’immagine del radar, di questa mattina, evidenziava una nuvolosità prevalentemente a quote più elevate rispetto alla più classica Santissima che solitamente si forma tra i 500 e i 1500 metri di quota…

Lo si deduceva dal fatto che lo scorrimento della stessa avveniva sopra l’arco alpino, quindi ben oltre i 3mila metri di quota…

Contemporaneamente, a levante, dove notoriamente si aspetta il sorgere del sole, il radar mostrava un’apertura generosa che avrebbe permesso ai primi raggi solari di illuminare dal basso la base di quelle nubi…

Perché avviene la mattina o la sera?

Perché in quei momenti i raggi del sole attraversano una porzione di atmosfera molto più ampia e la gamma di raggi solari visibili risulta quella ad onda più lunga, compresa fra il giallo e il rosso…

Mentre la gamma ad onda più corta (quella compresa fra il verde e il blu) viene dispersa prima di raggiungere gli occhi dell’osservatore in quanto colpisce più ostacoli, che altro non sono che le stesse molecole dell’atmosfera e tutte le particelle disperse in essa…

E’ come camminare lungo una strada disseminata di ostacoli…

A passi lunghi ne colpisci un numero minore…

A passi brevi ne colpisci ovviamente un numero maggiore…

La stessa cosa vale per la luce dei raggi solari…

Ogni colore ha un onda di propagazione diversa…

Questa è l’aurora di Laura, from Castelnuovo Magra… 😍

Non male 🥰

CRONACA DI UNA NOTTE DI (STRA)ORDINARIA FOLLIA

Avrei mille cose da dire…

Ma vi chiedo una sola cosa…

Ma vi siete letti in questi due giorni?

Scirocco, travaso, convergenza, pluviometri, radar, millimetri..

Ma quanto siete diventati bravi?

Quanti di voi stanno cominciando a camminare da soli, a saper leggere un evento, a cercare gli strumenti, a guardare un radar, a scoprire i pluviometri della vostra zona?

E poi a condividere, a cercare in mezzo agli altri certezze, conferme, o eventuali smentite…

Io stasera sono davvero felice…

Avete fatto un lavoro incredibile…

Che forse neppure potevate immaginare sino a poco tempo fa…

Avete ribaltato il concetto di autoprotezione di un sistema che vuole farvi calare dall’alto allerte senza darvi le competenze per comprendere ciò che realmente poi accade…

Autoprotezione passiva che diventa autoprotezione attiva…

Brave e bravi tutti!!!

Pensate…

A Rapallo, ieri sera, pioveva quasi nulla…

Il pluviometro più vicino al paese segnava 5, forse 6 millimetri…

In paese, le persone ignoravano cosa stesse accadendo a monte…

Proprio su monte di Portofino…

Il bacino dal quale attinge l’acqua il Boate…

Accumuli già a tre cifre…

Giù in paese il nulla…

Guardo il radar…

La linea di convergenza è come sempre piegata trasversalmente…

Da sud-ovest verso nord-est…

Come la barra della tastiera sopra il 7…

La traiettoria era Recco nella parte bassa, il monte di Portofino nella parte alta…

Rapallo città praticamente saltata…

Recco si allaga…

Il torrente omonimo arriva forse a meno di mezzo metro dall’esondazione…

La furia del Recco mi distrae…

Poi riguardo bene il radar e scrivo un post in fretta e furia…

Occhio al Boate…

Ma a Rapallo non piove quasi…

L’acqua, dentro il Boate, ci arriva da monte…

Mi catapulto immediatamente nella rete locale di monitoraggio meteorologico del comune di Rapallo…

Che la regione, qui, ha solo pluviometri e nemmeno un idrometro…

Le cumulate sono insindacabili, indiscutibili e implacabili…

Oltre 100 millimetri a monte, appena 5 giù in città…

Il Boate registra 1.55 metri di altezza…

Sono le 23.15…

E’ già tanta roba…

Oramai guardo solo quello…

In dieci minuti quel metro e mezzo diventa 2 metri e 2 centimetri…

Sono le 23.30…

Comincio freneticamente a condividere ciò che stavo osservando con chi, privatamente, mi stavo confrontando…

Conosco chi ha progettato e costruito quella rete di monitoraggio…

Cerco anche lui…

Nel frattempo la linea di convergenza slitta leggermente verso levante, abbandonando Recco e piantandosi proprio sul Promontorio, lato Tigullio…

Il Boate continua a salire…

Ci sarebbero già le condizioni per far suonare una sirena e chiudere tutte le strade, i ponti e le vie d’accesso…

Pochi minuti dopo, sono le 23.35 il Boate registra un’altra ondata di piena e l’idrometro segna 2.50 metri di altezza…

4 minuti più tardi, sono le 23.39, supera i 3 metri…

Si cerca di capire e di ricordare quanto siano alti gli argini…

Intanto la struttura temporalesca fa ancora un passetto avanti verso levante…

Alle 23.42 mi arriva un video…

Il Boate fa davvero paura…

Lo posto subito qui, nella “nostra” pagina…

Un minuto dopo l’idrometro registra un incredibile 3 metri e 22 centimetri…

Sino al picco massimo di 3.32 toccato alle 23.55…

Linea di convergenza che finalmente abbandona definitivamente il Promontorio e si spinge sino al chiavarese…

Un minuto dopo la mezzanotte, l’idrometro registra il primo calo sensibile dell’onda di piena e il Boate scende sotto quota 3 metri (2.99) e la città è salva…

E un lungo sospiro di sollievo ci accompagnerà fuori dallo scampato pericolo…

Grazie Simo ?

L’informazione generalista

L’informazione generalista non mi piace…
Men che meno se parliamo di meteorologia…
Anche perché quando parliamo di meteo e di previsioni sembra che la Liguria quasi non esista…
E invece esiste e la stragrande maggioranza delle volte, con le analisi generaliste e generalizzate che si fanno per il nord Italia non c’entra quasi mai una cippa…
Abbiamo un clima tutto nostro…
Condizionato dai monti, dal mare e dalla forma arcuata che ne accentua i microclimi…
Lo impariamo ogni giorno…
Stamattina mi è capitato di ascoltare Sottocorona, in tv, a La7…
Meteorologo che stimo, ma che anche lui, troppo spesso, cade nella trappola del generalismo incontrollato…
Mostrava la carta delle temperature previste per quest’oggi…
Commentando il fatto che al nord cominciavano ad apparire, tra i valori minimi mattutini, ampie zone prossime ai 10 gradi…
Sostanzialmente in linea con le medie del periodo…
Diceva lui…
Completamente ignaro di ciò che stava accadendo in Liguria, con le minime, lungo la costa, dove vive probabilmente il 90% della popolazione ligure, che già oscillavano, alle 6.30 del mattino, fra 14 e 19 gradi…
Il commento alle massime, poi, ha nuovamente ignorato ciò che sarebbe accaduto da lì a poche ore a casa Liguria…
Vedete, proseguiva il Sottocorona, i valori massimi stanno crescendo un po’ alla volta, ma molto lentamente e cominciano ad apparire alcune zone in giallo scuro, quasi arancione, dove i termometri potrebbero raggiungere e in qualche caso superare i venti gradi…
E la Liguria non sembrava tra quelle…
Ignorando, di fatto, il fenomeno della compressione, peraltro già ampiamente diffuso sin dalle prime ore della notte e che noi abbiamo disegnato con quasi 48 ore di anticipo nella previsione di martedi sera…
Quella compressione che ha portato tre quarti di Liguria a registrare massime oscillanti fra 24 e 27 gradi…
Così, per dire…
Mi spiace, mi spiace perché Sottocorona non solo è un bravo meteorologo, ma è anche un bravissimo divulgatore…
E mi spiace per la nostra terra…
Che sarà anche piccola, stretta e quasi insignificante, ma che conta una milionata e mezzo di abitanti e che meriterebbe, a livello nazionale, un’informazione un pelino più precisa…
Ma niente, non ce la fanno…
Spiace…

Quello storico gennaio del 1985

Ogni anno, ogni inverno ce lo ripropongono come un mantra…

L’inverno del 1985, o per meglio essere precisi, quelle due settimane, o poco più, di freddo intenso e storiche nevicate che hanno sconquassato l’Italia intera, sembra si debba ripetere ogni volta…

Desiderio neppure troppo celato di appassionati, nivofili o semplici curiosi under 40 che non lo hanno neppure vissuto o erano troppo piccoli per ricordare quell’evento così pazzesco…

E ad ogni piè di sospiro del vortice polare, ogni anno, ecco spuntare decine e decine di articoli in cui si inneggia ad un evento che per durata, caratteristiche e valori ha avuto pochi eguali in tutto il secolo scorso…

Per dare giusto una connotazione scientifica a ciò che sto scrivendo mi limito a dire che portano solo ed esclusivamente sfiga…

E sono praticamente certo che oggi, un evento del genere, a distanza oramai di 37 anni, creerebbe una mole di disagi tale e una messa a dura prova delle nostre capacità di sopravvivenza che ne usciremmo sostanzialmente devastati…

Insomma, oggi sarebbe decisamente peggio, molto peggio…

Ve lo racconto, ma poi non ne parliamo più…

Che son già passati troppi anni…

Nel mese di gennaio di quell’anno, l’Italia e non solo, fu interessata da un’ondata di gelo eccezionale che venne accompagnata da nevicate intense, che colpirono quasi tutto lo stivale italico ma che furono abbondantissime soprattutto al nord…

Tanto che l’evento passò alla storia come la “nevicata del secolo”…

L’esordio il primo di gennaio…

Aria molto fredda di origine polare, proveniente dalla Russia settentrionale, cominciò a scivolare verso sud in direzione del Vecchio Continente e del Mar mediterraneo…

Il Polo Nord subì un fortissimo riscaldamento in quota…

Quello che in gergo tecnico (seriamente questa volta) viene chiamato “stratwarming e che mandò in frantumi il vortice polare…

Che poi altro non è che una trottola…

Un flusso d’aria freddo che gira a velocità sostenuta intorno al Polo…

E proprio come una trottola, se mantiene una certa velocità e una certa costanza continua a girare sul perno di rotazione, il Polo Nord…

Se rallenta o subisce una deviazione a causa di una forzante esterna, proprio come una trottola, comincia a rallentare, ad oscillare e a prendere strade alternative…

Ecco cosa può accade durante uno stratwarming…

Che il nostro vortice polare subisca una forzante dall’alto, rallenti la sua corsa e l’aria fredda, che prima girava intorno al proprio asse di rotazione, il Polo Nord, tende a scivolare verso sud…

Ma torniamo al crono racconto per il quale farò ampio riferimento ad un paio di fonti esterne che citerò in fondo all’articolo…

Dicembre dell’84 non venne ricordato come un mese particolarmente freddo…

Anzi…

Ma la discesa repentina del Vortice Polare cambiò di colpo tutta l’orchestra, lo spartito, il maestro, il palcoscenico e tutta la scenografia…

Commoventi gli interventi di Andrea Baroni all’indimenticabile Che tempo fa di rai 1 pochi minuti prima del telegiornale nazionale…

Ma andiamo con ordine…

Nella prima fase ( 1-4 gennaio) l’aria artica affluì sull’Italia in un contesto per la maggior parte stabile…

I primi effetti del gran freddo si avvertirono il 2 gennaio, quando Torino e Bolzano registrarono una “giornata di ghiaccio” (la temperatura non superò gli zero gradi)…

La mattina del 3 gennaio a Torino, Don Mercurio crollò fino a -10 gradi…

Il 2 gennaio nevicò a Grosseto (non accadeva dal 1963) e il 4 ad Alghero…

La neve cadde anche sull’Isola d’Elba…

Il 4 gennaio arriva un secondo impulso di aria molto più fredda, e sarà quello che farà iniziare a far precipitare le temperature a picco…

Nella seconda fase (5-9 gennaio) il gelo fece il suo ingresso trionfante sia dalla Porta della Bora che dalla Porta del Rodano…

Le temperature crollarono ancora e una perturbazione di origine africana portò la neve in gran parte del Centro-Sud…

Il 5 gennaio la Bora raggiunse a Trieste i 100 km/h e Città di Castello (Umbria) raggiunse l’accumulo di 1 metro di neve al suolo…

Nevica su quasi tutta l’Italia centro-settentrionale: a Rimini 25 cm di neve, a Roma 15 cm, una quindicina di cm anche a Venezia e sulla Riviera ligure…

Neve a Bologna, in Emilia, in Romagna e nelle Marche…

Il 6 gennaio una perturbazione mediterranea molto attiva ricoprì Barcellona con 50 cm di neve, nevicò anche a Marsiglia, a Roma e sugli Altopiani del Marocco, della Tunisia e dell’Algeria (fino a 1 metro)…

Sul nord Italia si inizia a scrivere la storia…

Oltre -35 sulle Alpi…

Il 7 gennaio la temperatura lungo le coste della Liguria crollò a livelli record: Genova registrò -6,8 gradi, Capo Mele -4,5 gradi…

Temperature record di oltre -20 in Emilia e Venezia stampa un incredibile -12…

L’8 gennaio il Po, l’Arno e alcuni fiumi marchigiani cominciarono a gelare…

15 cm di neve a Firenze, nevicate anche in Piemonte…

Il 9 gennaio la Sardegna fu interessata da una nevicata eccezionale, che imbiancò completamente l’isola, con accumuli di 50-60 cm in alta collina e neve su Cagliari…

L’osservatorio di Capo-Bellavista registrò una minima di -2 gradi…

Nella terza fase (10-13 gennaio) i cieli si rasserenarono sull’Italia Centrale e le temperature minime raggiunsero livelli record, anche a causa dell’abbondante copertura nevosa al suolo (effetto albedo, ricordate?)…

Il 10 gennaio Piacenza-San Damiano scese a -22 gradi e Sarzana (Liguria di Levante) a -9 gradi…

Temperature record di –25 nell’Emilia, a Firenze –15°C…

La neve compare anche a quote molto basse in Sicilia…

L’11 gennaio la temperatura scese fino a -22 gradi a Firenze-Peretola e -20 gradi ad Arezzo…

L’Arno gelò completamente…

In Pianura Padana record vennero battuti nel Ferrarese, dove San Pietro Capofiume scese fino a -24,8 gradi…

Valori attorno ai -20 nel Veneto e in Lombardia…

In Umbria il lago Trasimeno gela…

Abbondanti nevicate si verificano ancora in diverse zone dell’Italia, specie in Romagna (Rimini, accumulo totale, attorno i 40 cm)…

Il 12 gennaio Firenze scese ancora più giù, fino ad un incredibile e storico -23 gradi e record storici vennero battuti sulla Riviera Romagnola: -17 gradi a Rimini-Miramare e -16 gradi a Cervia…

Sul litorale laziale Fiumicino scese a -7,8…

Nel centro sud la quota dello zero termico comincia ad alzarsi e al posto della neve compare il gelicidio…
(a causa dell’inversione termica)…

Ora però è il turno del Nord e della riviera ligure di levante che saranno investiti da abbondanti nevicate…

Bufera di neve anche su Genova…

Record di temperatura più bassa in pianura di -29°C nel bolognese…

Brividi e pelle d’oca solo che a leggerli e a riportarli certi dati…

Nella quarta e ultima fase (14-17 gennaio) l’aria fredda venne gradualmente scalzata da una perturbazione atlantica, che andò a scavare un minimo depressionario in corrispondenza della Corsica…

Al Centro-Sud le piogge cominciarono a cadere abbondanti, mentre al Nord Italia il “cuscino freddo” (ovvero la presenza di aria fredda al suolo) non venne scalzato e la neve cadde abbondantissima su molte zone…

Il 14 Gennaio molta neve a Milano e nevischio in Romagna (pianura)…

Il 15 Gennaio è il turno di Torino con una nevicata di 40 centimetri…

Il 16 Gennaio le nevicate interessano ormai tutto il nord, Milano è ormai una città paralizzata dalla neve dove l’accumulo complessivo superò il metro di altezza…

A Trento ci sono quasi 150 cm di manto bianco…

Intanto il centro-sud (Romagna compresa) è ritornato alla normalità, con temperature sulla media stagionale, venti di scirocco con piogge diffuse e nevicate a quote medio alte…

Il 17 gennaio si verificano le ultime nevicate in Emilia ed è la fine del periodo freddo un po’ su tutta l’Italia…

Al Nord Italia questa nevicata passò alla storia come la “nevicata del secolo”…

E meravigliosa, superlativa, emotivamente coinvolgente la previsione del Colonnello Andrea Baroni di tutto ciò che, da lì a poco, sarebbe accaduto sulla nostra penisola…

Un condensato di semplicità, accuratezza, passione, emotività e lucidità che ho visto poche altre volte…

E ogni volta che lo rivedo, ve lo giuro, mi viene il magone…

Le fonti: https://www.greenlifeblog.it/ e http://www.arcibalbo-santarcangelo.it/

Meteo-follie o siti-follia?

A volte penso al mio mondo…

Quello della meteorologia…

Affascinante, per me, non tanto per ciò che l’atmosfera mostra evidente e palese ai nostri occhi, ma soprattutto per tutti quei meccanismi invisibili che la governano e che stanno alla base di tutto ciò che diventa poi visibile…

Poi penso a chi questa materia dovrebbe farla sua per professione…

E non per hobby, come sono stato costretto io…

E non so se riesco ad incazzarmi di più con le massime autorità e gli enti istituzionali, che paghiamo per un servizio previsionale, di monitoraggio e di sorveglianza semplicemente imbarazzante, o per tutte quelle srl “SI PROFIT” che potrebbero e dovrebbero fare divulgazione corretta e invece approfittano della grave lacuna comunicativa a livello istituzionale e perseverano nell’unico obiettivo del dio denaro…

Che non sarebbe neppure disdicevole, a fronte di un servizio corretto e accurato…

Un lavoro fatto per un bene comune non perde o acquista valore se fatto per altruismo, per passatempo, per volontariato o per tornaconto personale…

Ha sempre il suo valore intrinseco di bene comune…

Ma cazzo, tra ieri e oggi, sullo stesso portale, che non è nemmeno il solito ciarlatano di sempre, ho letto in 20 righe e in due articoli consequenziali le frasi esattamente come vi riporto qui di seguito…

– Meteo-follie
– La morsa del gelo
– Ecco dove nevicherà fra poche ore
– Il meteo è una condanna
– Natale al freddo e al gelo
– Forti piogge, venti artici e soprattutto neve anche a bassa quota
– Per Capodanno dovrebbero affacciarsi temperature più miti
– Tra il 26 e il 27 si potrebbero registrare delle nevicate irrituali a bassa quota
– La tregua di Capodanno, ammesso e non concesso che venga confermata potrebbe non durare a lungo
– I meteorologi tengono sotto’occhio anche una perturbazione che sta prendendo forma nell’est europeo
– Scontro correnti a Natale: Italia, un fenomeno atmosferico con pochi precedenti
– Dimenticatevi freddo e neve
– Il Natale 2021 sarà all’insegna del ribaltone
– Depressioni est-ovest umide e miti
– L’Italia sarà graziata da quelle miti foriere di piogge e di nevicate solo a quote medio alte…

Al di là che le uniche meteo-follie che conosco sono le gran cazzate che scrivono, e di irrituale c’è solo la gran vagonata di click e like che raccolgono ad ogni mastodontica cazzata che scrivono…

Mi chiedo…

Ma quanto cazzo siamo indietro con un minimo di cultura che se fosse insegnata a scuola, a partire dal primo anno della scuola dell’obbligo faremmo a meno di questa spazzatura, sapremmo gestire meglio ogni situazione e faremmo a meno di allerte politiche anziché meteorologiche sparate ad cazzum?

Eh, lo so, la Santissima mi mette sempre di cattivo umore…

Poi mi sfogo e passa…