La meteorologia, l’autoprotezione attiva, il monitoraggio e la sorveglianza idrogeologica secondo Giulia, 16 anni

Il convegno a cui ho partecipato a Tortona quest’anno non era un evento fine a se stesso, ma aveva il nobile obiettivo di coinvolgere ragazze e ragazzi alla partecipazione attiva…

Come scenario il meraviglioso teatro civico di Tortona…

Diciotto i relatori, tra cui un ignorante… 😁

Gli studenti avevano il compito di “adottare” un relatore e costruire, con il suo aiuto un progetto…

In palio per i tre progetti più votati, tre borse di studio e la possibilità di partecipare al prossimo convegno…

Giulia, 16 anni, ha scelto igno…

Ha fatto un lavoro straordinario…

E non si è fatta sfuggire l’occasione di partecipare alla tappa piemontese dell’ignotur che si è svolta a Gavi qualche tempo fa…

Ne è uscito fuori un progetto puntellato in dieci capitoli, sviluppato in oltre 50 pagine di accurato lavoro e di passione per un argomento che le stava a cuore, perché vissuto direttamente, sulla propria pelle e quella della sua famiglia…

In mezzo ai ragazzi immigrati

Pronti via e si parte…

Sono le sette del mattino, temo di essere in ritardo, ma il navigatore mi rincuora…

Due ore e venti minuti, e mi fissa l’orario di arrivo alle 9.20…

Ben 40 minuti prima dell’inizio della lezione…

Attraverso più di mezzo catino padano…

Fa freddo ma non freddissimo…

Il cielo è grigio e mi accompagna sino a Milano…

La temperatura oscilla fra 4 e 5 gradi…

La coperta stesa non ha permesso un buon irraggiamento notturno, che avverrà nei prossimi giorni, e quindi niente gelate lungo il tragitto…

Arrivo a destino puntuale…

Ci sono già i docenti, che sono di supporto ai ragazzi…

Ne aspetto 22…

L’età è variabile, così come la provenienza…

Ma sono tutti fuggiti dalla loro terra…

E sono qui, senza genitori, lasciati nella patria natia…

Quasi tutti minorenni, qualcuno in Italia da pochi mesi, altri da un paio d’anni, pochissimi, nel frattempo, sono diventati maggiorenni…

Egitto, Tunisia, Gambia, Turchia/Kurdistan, Pakistan, Bangladesh i paesi di provenienza…

Si tratta di un corso integrativo…

Stanno tutti studiando per superare l’esame di terza media a fine anno…

Sono curiosi…

Anche perché forse non hanno capito sino in fondo di cosa parlerò loro stamattina…

Rompo il ghiaccio…

Anche se non è semplice…

L’ostacolo della lingua è altissimo e per ogni parola devo trovare sempre almeno un paio di sinonimi…

“Avete un sogno? Avete un sogno da realizzare?”

Rimangono quasi spiazzati…

Ma qualcuno risponde…

“Vorrei aprire una ditta di import/export in tutto il mondo”

E cerca di spiegare, come può, qual è il suo sogno…

Poi un altro…

“Una vita migliore”…

E quasi spiazza me…

E allora comincio…

Chiedo a ognuno di loro la loro provenienza…

Gli faccio usare il mio pc…

Provo a stupirli con la cosa più semplice…

Utilizzo l’app Meteo&Radar e gli faccio cercare il loro luogo di origine, commentando il tempo che fa, la temperatura e piano piano scopriamo i segreti di quel clima così avverso che ha in parte contribuito alla loro migrazione…

Rimangono increduli…

Potevano vedere in tempo reale che tempo c’era nel loro paese di origine…

Non fa freddo a Milano, ma loro ne hanno…

Non tutti si sono ancora acclimatati…

Cominciano a incuriosirsi…

Affrontiamo l’argomento clima…

Le varie fasce climatiche e come queste stanno cambiando…

Mi rendo conto che loro ci sono, sono dentro il pezzo…

Cercano e vogliono provare a capirci qualcosa…

Molti di loro portano dentro cicatrici di un viaggio che forse vorrebbero raccontare ma non sempre ne hanno la forza…

Come fosse qualcosa di cui volessero liberarsi, ma gli sembra che a parlarne faccia ancora male…

Ma parlando di clima e di deserto del Sahara qualcosa, quasi involontariamente, esce fuori…

“Io l’ho attraversato quel deserto…” all’improvviso dice uno di loro…

“Ah sì, e quanto hai camminato?”

“Quattro, forse sei giorni, ma la notte faceva freddissimo e non me lo spiegavo…”

E parte subito il pippotto sulla dispersione di calore notturna…

Per me un rigore a porta vuota…

Per lui, e per altri, un modo per parlare indirettamente di un evento che lo aveva messo a dura prova…

Chi il deserto, chi la rotta balcanica per oltre un mese di camminamento verso una vita migliore…

Poi, in qualche modo, finiamo a parlare del Mar Mediterraneo…

“Lo conoscete ragazzi, chi sa dov’è il Mar Mediterraneo?”

“io l’ho attraversato…” risponde il più vicino a me, come si sentisse quasi rincuorato e sputasse fuori quella mal celata necessità di raccontare qualcosa…

Facciamo una pausa…

Dieci minuti…

Io sono ancora emozionato…

Loro mi sembrano quasi sorpresi dall’essere e dall’essersi interessati…

Quasi fossero stupiti di loro stessi…

Riprendiamo il discorso…

Cerco di metterli a loro agio…

Torniamo sul satellite, giusto per cercare ancora qualche luogo di provenienza…

Chiamo uno dei ragazzi che non avevo ancora chiamato…

Arriva dall’Egitto…

La geografia non è proprio il suo forte…

Sul pc, anche ad Africa ingrandita e messa in primo piano fatica a trovare la sua terra…

Lo aiuto…

Non abita troppo lontano dal Nilo…

Insieme osserviamo che non c’è neppure una nuvola…

Le uniche, presenti, disegnano pedissequamente la linea del fiume mitico e storico di quella terra…

Un altro rigore a porta vuota per me…

Ne approfitto per spiegare loro come i terreni, i fiumi, i laghi, i mari e la vegetazione possono influire sui vari microclimi del Pianeta…

E di come noi trattiamo la Terra…

Insieme ripercorriamo la storia del Nilo…

E cominciamo a fare i confronti…

Il Nilo, che con le sue piene viene utilizzato come fertilizzante…

Il Seveso, a Milano, chiuso, costretto fra argini e tombinato…

Lo hanno visto nel 2023 esondare…

Eccome se lo hanno visto…

“Perché il Seveso è esondato?” chiedo loro…

Ma non capiscono la domanda…

Glielo devo simulare a gesti…

Capiscono…

E qualcuno di loro risponde…

“Ci hanno costruito sopra la città…”

E avanti così, sino a parlare di effetto serra, di come la nostra atmosfera debba essere preservata perché non solo ci da ossigeno, ma ci consente di vivere ad una temperatura accettabile…

S’è fatta una certa…

Due ore e mezza volate via…

Ho stretto la mano a ognuno di loro…

Erano felici, quasi increduli di aver potuto parlare e osservare le loro terre da un punto di vista che probabilmente non avevano mai fatto…

Mi si avvicina un docente…

“Non so come tu abbia fatto, ma non solo li hai tenuti inchiodati lì per due ore e mezza, ma hanno già pronte le domande da farti la settimana prossima…”

E ognuno di loro riceverà un’ignoAGENDA, e uno dei compiti dell’esame sarà proprio quello di “giocare” con i grafici e le temperature…

Chissà se scaricando la loro nuova app che hanno scoperto stamattina, ci scriveranno quella di Milano, quella del loro paese o entrambe, per confrontarle…

Che meravigliosa esperienza lavorativa, professionale ed emotivamente unica…

E un grazie di cuore all’associazione #SHEBSHEB che mi ha voluto fortissimamente a casa loro…

Ci vediamo mercoledì prossimo…

🥰

CHI DI ARENZANO FERISCE DI ARENZANO PERISCE

Caro assessore alla protezione civile, andare in tv per dire che occorre stare attenti a parlare delle allerte perché ci si fa male non è proprio il massimo della comunicazione…

Le allerte sono emanate da un ente pubblico che lavora anche con i soldi pubblici di noi contribuenti…

E si ha tutto il diritto di parlarne…

Se sono una risorsa parliamone…

Se sono una minaccia parliamone lo stesso…

Forse lei non sa che durante il mio personalissimo #ignotur, a cui forse dovrebbe partecipare almeno una volta, racconto di me, della mia passione per la meteorologia e di come l’ho sviluppata da quando ero bambino sino ad oggi…

Racconto delle mie esperienze alluvionali…

Racconto come nascono certi fenomeni

Racconto quali strumenti utilizzare per fare un monitoraggio attento e puntuale…

Dove andare a reperirli e insegno loro come leggerli e interpretarli…

Compresa la vostra, che poi è anche nostra (i soldini ce li mettiamo noi) rete di monitoraggio graficamente discutibile…

Racconto loro della differenza (oltremodo sbagliata secondo me, ma aihmè imposta a livello nazionale) delle due scale di allertamento…

E insegno loro ad osservare, quotidianamente…

Sopra, il cielo e i suoi fenomeni, e sotto, il terreno e il luogo dove abitano…

Ad Arenzano, dove suoi conoscenti hanno cercato di fare il possibile per boicottarmi, è stato un tripudio di persone che avevano solo fame di conoscenza…

Oltre 200 persone inchiodate lì, dalle 8 sino a ben oltre mezzanotte…

E se loro sanno, il Vostro lavoro diventa automaticamente più semplice e meno gravoso…

Ed è per questo che devo ringraziare pubblicamente il sindaco Francesco Silvestrini Sindaco di Arenzano per la splendida organizzazione…

Spero di replicare presto…

Una serata densa di emozioni…

Voi che cercate di accaparrarvi le ultime ignoAGENDE per diventare meteobeline professioniste…

Ed io che autografo l’ignoAGENDA a tutti voi e alla figlia del professor Siccardi, il padre fondatore della protezione civile in Italia e che ho avuto l’onore di conoscere tanti, tantissimi anni fa…

Emozioni a cascata che mi regalate voi, con la vostra presenza e l’affetto con il quale mi travolgete a questi incontri…

Ora tocca a Mignanego…

Sabato 28…

Ve ne parlerò in un post dedicato…

Ma vi aspetto a braccia aperte…

Pis en lov

Siempre ?

#IONONDELEGO

Ignotur docet…

Le quasi tremila meteobeline, vecchie e nuove, che hanno partecipato a una sola delle mie tappe sanno di cosa stiamo parlando…

Ai piani alti, chi prova a mettermi i bastoni fra le ruote non ha capito un cazzo…

Lo hanno capito anche i sindaci che mi hanno invitato…

“Non sono preoccupato per l’allerta, fase durante la quale devo attivare millemila pratiche burocratiche, gestire le squadre di pronto intervento e di monitoraggio e la comunicazione ai cittadini…

La mia vera preoccupazione è la fase di allarme…

Quando gli strumenti in mio possesso mi dicono che l’evento si sta materializzando sopra la mia testa, nel mio comune, all’interno del mio territorio…

Quello è il momento in cui devo pregare e sperare di avere il numero minore possibile di cittadini per la strada…”

Sono state queste le parole di uno dei sindaci che mi ha invitato, accolto e con cui abbiamo cenato un’ora prima della tappa dell’ignotur…

E quante più persone sono in grado di riconoscere i segni del tempo, quante più persone sono in grado di sapere cosa sia un pluviometro, dove osservarli e come leggerli, cosa sia un idrometro, dove osservarli e come leggerli, e cosa sia un radar, dove osservarlo e come leggerlo avremo certamente fatto autoprotezione attiva e non passiva…

Imparare a saper riconoscere un fenomeno potenzialmente pericoloso significa non solo salvare la propria vita e quelle dei propri cari ma agevolare il lavoro di tutti…

Di chi poi deve operare sul campo e garantire l’incolumità delle persone che, giocoforza hanno aperto il negozio, sono a far la spesa, hanno portato le medicine al parente anziano, recuperato i bambini a scuola o sono andate semplicemente a lavorare…

Perché non si ferma il mondo sotto allerta…

Ma dovrebbe fermarsi quando scatta l’allarme…

Ma niente, c’è ancora qualcuno che non l’ha capito e si permette di sbattere i piedi come un bambino capriccioso al cospetto di sindaci inconsapevoli inducendoli a non invitarmi…

Persone più preoccupate della mia attività che di quello che dovrebbero fare loro…

Gente che vi considera capre ignoranti che non capiscono un cazzo…

Che se andate al mare in una giornata di sole con l’allerta gialla clamorosamente toppata per eccesso, merita di andare in difficoltà in caso contrario, quando l’allerta viene sbagliata per difetto, o quando addirittura è coerente con ciò che effettivamente avviene…

Il risultato non cambia mai…

Allerta massima il 4 novembre del 2011, 6 morti…

Allerta massima in Emilia Romagna quest’anno, 16 morti…

Vi diranno che questo è il prezzo da pagare all’urbanizzazione, alle comodità sotto casa, allo sviluppo economico e demografico del paese, alla crescita dell’aspettativa di vita degli ultimi 30 forse 40 anni…

L’ho sentito dire con le mie orecchie…

Ed è per questo che quanto più impariamo da soli a riconoscere i segni e i segnali che ci da Madre Natura, quanto più eviteremo di delegare completamente e totalmente la nostra vita nelle mani di qualcun altro…

Scusate, ma ce l’avevo lì, nel groppone…

E lo scenario meteorologico delle prossime 72 ore, sebbene non abbia ancora alcuna certezza e le fattezze di un disastro annunciato merita in ogni caso tutta l’attenzione possibile…

Se poi, questa terribile roulette russa con la quale tutta l’area del Mediterraneo deve fare i conti oramai quasi tutto l’anno avrà sparato a salve ne saremo tutti estremamente felici…

#iononrischio va benissimo

#ionondelego va ancora meglio

Da sempre libero, da sempre controcorrente…

Bonsgiur

igno

Quel 22 febbraio, tra tribunali e assoluzioni

Oggi è il 22 febbraio…
E come abbiamo ricordato scherzandoci un po’ su è data palindroma…
Insomma, se la si legge al contrario non cambia…
Ma è anche una data per me molto importante…
Il 22 febbraio di 4 anni fa venivo ascoltato in qualità di teste della procura sull’evento tragico del 9 ottobre del 2014, serata nella quale esondò il Bisagno e morì una persona…
Non fu la mia prima volta in tribunale…
Conobbi la pressione e lo stress di un lunghissimo interrogatorio anche qualche anno prima, in qualità di teste di parte, chiamato da papà Marco che perse sua figlia durante l’ancora più tragica alluvione del 4 novembre 2011…
Nel 2011, imputata di quei tragici eventi fu l’allora sindaca Vincenzi e tutta la banda che gestì nel peggior modo possibile un’alluvione praticamente annunciata…
Eravamo in allerta massima e ne venivamo dalle 13 vittime piante appena 10 giorni prima tra val di Vara e 5 Terre…
Nel 2014 le cose andarono in maniera un po’ diversa…
Il forte temporale del giorno prima, la previsione drammatica per il giorno successivo e persino gli allagamenti della mattina stessa con oltre 150 millimetri di pioggia già scaricati sul capoluogo genovese non fecero accendere nessun semaforo in regione…
Nessuna allerta fu diramata…
Solo la volontà, la tenacia e la competenza di un amico, dipendente del comune di Genova, riuscì, nonostante la protezione civile regionale capitanata da una certa Minervini che, dalle sue stesse dichiarazioni e dalle sue stesse ammissioni in fase di interrogatorio, non aveva la benchè minima competenza in materia di protezione civile, meteorologia e rischio idrogeologico, a far aprire il COC in comune al fine di fare sorveglianza meteorologica il giorno 9 ottobre…
Purtroppo servì a nulla…
Alle 18, o giù di lì, arrivò il bollettino rassicurante di Arpal…
Il COC venne chiuso, il numero verde di protezione civile comunale (e non regionale) fu definitivamente spento, Doria (sindaco di Genova) andò a teatro, la Paita (assessora alla protezione civile regionale) era a Villanova d’Albenga…
Io, alle 19, ero a Borgo Incrociati…
A parlare di alluvioni e di sorveglianza meteorologica e idrogeologica dentro un ristorante sotto il livello stradale…
Me lo ricordo come fosse ieri…
Eravamo preoccupati e dentro il cellulare non prendeva…
Uscivamo ogni 10 minuti per controllare gli acquazzoni che si facevano sempre più forti e sempre più frequenti…
Si guardava il radar con profonda preoccupazione…
Poi, intorno alle 20.30 la decisione di venir via…
E la preoccupazione negli occhi di quelle ragazze che gestivano quel ristorante che avevano appena finito di raccontarci quanto fosse stato duro e difficile rialzarsi dopo l’alluvione del 2011…
Arrivo a casa…
Con grande difficoltà…
La tempesta d’acqua, quella definitiva, quella che avrebbe ucciso un innocente arrivò prima di me…
Mi rintano dentro le mura sicure di casa mia, osservo il radar e cerco di mettermi in contatto con il numero verde di protezione civile del comune di Genova…
Niente…
Come detto prima, il COC fu chiuso anticipatamente…
E con lui il numero verde…
Si monitorava le centraline, i pluviometri…
Fu un’escalation disarmante…
Impotente…
Non si poteva fare altro che osservare i numeri di quei millimetri di pioggia che salivano ad ogni minuto…
Alle 21 o giù di lì esondano lo Scrivia e il rio Carpi a Montoggio…
Dopo che al mattino era esondato l’Entella alla foce…
I minuti passano e il radar è impietoso…
Temporale autorigenerante incastonato in val Bisagno…
Il primo sms arriva dopo oltre due ore…
Erano le 23 abbondantemente passate…
Ma il Bisagno è già esondato…
E l’allerta arriva il giorno dopo…
Il resto è storia…
Si mette in moto la macchina giudiziaria…
Vengo chiamato più volte…
L’ultima il 22 febbraio di 4 anni fa…
Paita assolta…
Persino la Minervini…
Esattamente un anno fa, il 22 febbraio del 2021…
La notizia passò sotto silenzio…
La pandemia ha divorato e fagocitato qualsiasi altra notizia…
Una ferita che mi porterò dentro per sempre…
Anche se le sentenze si rispettano, non v’è alcun obbligo nel condividerle…
E proprio 4 anni fa, quando questa pagina non esisteva ancora scrivevo queste righe, proprio il giorno in cui scattai questa foto poco prima di entrare nell’aula di quel tribunale che riuscì ad assolvere tutti…
22 febbraio 2018
Dopo un’ora e mezza di interrogatorio del pubblico ministero l’unica cosa che è stata in grado di chiedermi l’avvocato della Minervini (all’epoca dei fatti funzionario della protezione civile regionale) se confermavo l’intervista rilasciata a Repubblica l’11 ottobre del 2014 che riporto qui di seguito.
Il giudice non voleva neppure che rispondessi, ma ho dato soddisfazione lo stesso all’esimio avvocato…
Come è andata?
25 secondi dopo aver abbandonato l’aula mi è arrivato un SMS di un avvocato che sta combattendo la stessa battaglia.
C’era scritto “Grande Gianfranco, mi dicono che ti sei battuto come un leone!”
Culturalmente parlando, invece, siamo ancora tanto indietro, tantissimo!
Ecco l’articolo che mi ha sventolato in faccia la protezione civile…
Flop meteo, Protezione civile sotto accusa
GENOVA .
«Il modello previsionale non ha funzionato. È la prima volta in dieci anni. Qualche volta i previsori, nel dubbio, hanno proclamato delle allerte a cui non sono corrisposti i fatti, ma hanno sempre annunciato correttamente i fenomeni, compresi i più gravi». Così il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, ha preso le difese dell’Agenzia per l’ambiente (Arpal), accusata per la mancata previsione dell’alluvione di Genova. Dichiarazioni assolutorie, che hanno provocato reazioni pesantissime.
In prima fila l’Associazione ligure di Meteorologia, da anni impegnata sul fronte della divulgazione e che ha molto spesso anticipato le analisi degli organi ufficiali. «È falso dire che l’evento fosse inatteso e imprevedibile », accusa il suo presidente, Gianfranco Saffioti, il quale chiede la rimozione della responsabile del Centro meteo idrologico della Protezione civile, Elisabetta Trovatore, per aver sostenuto che «i modelli matematici non hanno evidenziato alcuna situazione di allerta ». Al contrario, secondo Saffioti, «l’evento meteo è cominciato giovedì mattina col temporale auto-rigenerante che i radar hanno mostrato per ore sul Golfo di Genova e con le precipitazioni crescenti, evidenziate dalle reti di rilevamento. L’Arpal ha apparecchiature ben più tecnologicamente avanzate di quelle di noi appassionati. Quanto stava per accadere noi l’abbiamo previsto; che il Bisagno stesse per straripare era chiarissimo, ma ancora 40 minuti prima della rottura degli argini il numero verde della Protezione civile risultava inattivo». Di più: il primo sms dello stesso organo è arrivato sui cellulari di molti genovesi soltanto alle 23.19: “Prestare massima attenzione in area Val Bisagno. Forti precipitazioni e possibili esondazioni”. Ma il torrente era già straripato da tre minuti, provocando la morte di un uomo. Lucio Ubertini, esperto di rischi idro-geologici del Cnr, spalleggia la tesi dell’Arpal: «Non si può parlare di mancata allerta meteo, sono eventi che non si possono preannunciare». Ma è smentito dai fatti. Nel primo pomeriggio di mercoledì scorso il dispaccio della Società Meteorologica Italiana di Luca Mercalli chiaramente evidenziava la prevedibilità di quanto accaduto: “Sulla Liguria, in particolare tra Genova e Sestri Levante, si avranno per diversi giorni e a ondate rovesci e temporali di notevole intensità, con apporti di pioggia copiosa. La persistenza di questa situazione, determina un elevato rischio di allagamenti, dissesti e situazioni alluvionali, e potrebbe prolungarsi, con alcune pause, fino a domenica lunedì”. Una prospettiva, quella riguardante l’inizio della prossima settimana, su cui concorda l’Associazione ligure di Meteorologia, che nel bollettino emesso ieri sera a firma Paolo Bonino, annuncia da domani pomeriggio “temporali anche forti sul Centro-Ponente della Liguria in moto, lunedì, verso il Levante”. Prognosi su cui, per ora, Arpal tace, limitandosi alle previsioni che hanno portato all’Allerta2 valida sino alle ore 12 di oggi.
Conclude amaramente Gianfranco Saffioti: «La meteorologia è una professione di strada, non un settore in cui ci si può permettere di sentirsi una casta. Perché gli errori sono pagati dalla gente».
Dopo qualche giorno, o forse il giorno dopo, non ricordo, mi arrivò la telefonata di una di quelle ragazze che gestiva quel ristorante…
“Grazie, grazie perché la tua presenza e la tua preoccupazione quella sera ci ha fatto capire il rischio che stavamo correndo. E qualche minuto prima che il Bisagno esondasse abbiamo mandato via i 15 clienti che stavano finendo di mangiare e siamo fuggiti via. L’acqua ha riempito i nostri locali sino al soffitto.”
Qualche mese dopo, alcuni ufficiali di polizia giudiziaria condiviserò con me un pensiero comune…
“Fosse esondato qualche ora prima sarebbe stata una mattanza…”
Ecco, per me, oggi, al di là dell’imperitura voglia di scherzare, alleggerire e raccontare Madre Natura come piace a me, il 22 febbraio è un giorno di profonda tristezza…

Sabato 13 novembre, Genova sott’acqua

Oggi c’è tutta l’essenza di Genova e del suo deterioramento sociale, urbanistico e politico…

L’abbandono delle campagne, dei boschi, zero politiche di riassetto del territorio e rivi secondari che si trasformano in cascate del Niagara trascinando con sé tutto ciò che trovano lungo il loro tragitto…

Scordatevi i 400, i 500, addirittura gli 800 millimetri di pioggia delle alluvioni passate…

Non siamo più a settembre o all’inizio di ottobre…

Siamo a novembre inoltrato, e certe zone, come il genovesato, hanno già fatto quel pieno d’acqua sufficiente a rendere impermeabili tutti i suoi versanti…

E oggi ne sono bastati un centinaio, localmente anche meno, per trasformare le strade in fiumi e i fondovalle in piscine all’aperto…

E quei rivi, che sembrano impazziti, sono semplicemente rivi abbandonati a zero manutenzione assistita che non riescono più a fare il loro dovere…

Ed è il motivo principale perché gli strilloni della Genova sicura per un buco in più sotto di noi mi fanno paura…

Lo scolmatore servirà per costruire ancora…

C’è ancora tantissimo lavoro da fare…

E i danni del “bum” economico ce li portiamo dietro ad ogni pioggia monsonica…

Fortunatamente sta arrivando la pausa che mi aspettavo…

Ma guai ad abbassare la guardia…

Stasera centro levante in pole…

Domani centro ponente…

Vi lascio con un dettaglio…

Tra le centinaia di foto che mi avete riversato di strade trasformate in fiumi, allagamenti e situazioni idrogeologiche al limite ne ho scelta una che rende e spiega alla perfezione il problema dei versanti e degli allagamenti a valle…

Siamo sulle alture di Genova, la strada che porta verso Sant’Eusebio…

Quella non è la pioggia che vi cade sopra, ma quella che i rivi secondari non riescono a trasportare nel loro alveo sino al Bisagno…
E le conseguenze le abbiamo viste oggi…

Ricordatevelo sempre…

L’acqua marrone per strada non ci deve stare…

Se c’è vale più che qualsiasi allerta…

Orvuar

Come siamo messi male…

Possiamo raccontare tutto ciò che vogliamo…

Possiamo giustificare ogni evento con i cambiamenti climatici…

Possiamo fare spallucce e sentirci impotenti e conseguentemente assolti da qualsiasi colpa…

Possiamo postare immagini, video di immani tragedie ampiamente annunciate…

Possiamo inveire contro la politica…

Contro il governo di turno…

Persino contro la natura…

Che è la Nostra Madre…

A noi, qualche giorno fa è andata di extra lusso…

Un’alluvione in allerta arancione con una gestione dell’evento che neppure negli anni ’70 sarebbero riusciti a fare peggio…

Fortunatamente non abbiamo contato nessuna vittima…

Ma mi piacerebbe tanto sapere quali comunicazioni e con quale frequenza il centro di monitoraggio regionale aggiornava le singole amministrazioni…

Con quali tempistiche le singole amministrazioni recepivano gli aggiornamenti e gli eventuali alert e quali decisioni sono state prese in funzione di quegli avvisi e dell’evento che si stava consumando…

Credo che ognuno di noi abbia il diritto di sapere come funziona la macchina organizzativa in casi come questi…

Insomma, quello che farebbe la magistratura nel caso ci fosse scappato il morto…

Magari poi qualcuno ci viene a spiegare perché l’allerta arancione una volta permette la disputa di una partita di pallone sopra una bomba ad orologeria chiamata Bisagno, un’altra volta provoca esondazioni multiple e assoluzione da ogni peccato…

Perché se Rossiglione, oggi, non è rasa al suolo lo dobbiamo esclusivamente ad un’intensità nettamente inferiore tra Turchino e Masone dove di pioggia ne è caduta un quarto rispetto a quella caduta a valle…

E le immagini che arrivano da Catania sono le stesse identiche immagini che circolavano 10 anni fa nella valle del Fereggiano…
Con gli autobus colmi di persone e l’acqua alta sino al finestrino…

Non c’è niente che funzioni…

Manca la cultura a partire dalle scuole…

Manca una gestione delle allerte, dell’evento in corso e degli allarmi che possa considerare e contenere ogni singola azione da mettere in pratica a partire dal singolo cittadino sino al più alto grado di potere…

Manca l’assoluta volontà di cominciare a trattare la terra che ci ospita come uno dei beni più preziosi di cui dovremmo averne cura ogni sacro santo giorno…
Ed è proprio perché manca tutto questo che due giorni fa avevo auspicato, per quelle zone, un lockdown mirato…

C’è Madre Natura incazzata, fermiamoci un attimo…

Semplicemente perché oggi non possiamo fare altro che fermarci e aspettare che Madre Natura sfoghi tutta la sua rabbia…

E non è neppure finita…

Altra pioggia cadrà in quelle zone nei prossimi giorni…

Abbiamo abusato della nostra terra, l’abbiamo violentata e non solo non sappiamo più tornare indietro, ma non siamo capaci neppure di fermarci…

Vogliamo vincere contro la natura sventolandole in faccia un pannello di colore rosso…

Come siamo messi male…

Il solito ignorante…

Il Meteorologo Ignorante

No no, fermi tutti, ma che canale telegram…

Io mi sento analogico in un mondo digitale…

E voglio morire così, analogico nel cuore e nell’animo…

Figuriamoci l’app…

Non è proprio cosa…

Forse, chissà, un giorno, ma me la devono fare su misura…

A misura di igno…

A me la meteorologia piace raccontarla…

E le mille e forse più persone, che hanno scoperto la pagina in questi ultimi due giorni, ignare, molte di loro, che diventeranno meteobeline, lo scopriranno col tempo…

Questo è un diario digitale quanto volete, ma è pur sempre un diario…

Ma sto seriamente pensando di fare qualcosa di analogico e che possa coinvolgere tutti, ma proprio tutti…
Ma non vi anticipo nulla, perché di tempo ne ho sempre poco…

Ma il vostro entusiasmo e la vostra partecipazione non è solo straordinaria ma non può essere lasciata totalmente nelle mani di uno Zuck un po’ sbadato…

Ne riparleremo…

Nel frattempo diamo ovviamente il benvenuto ai nuovi arrivati…

Qualcuno di loro si starà già chiedendo ma dove sono capitato…

Qualcuno abbandonerà la nave, qualcuno resterà senza capire, qualcuno si farà coinvolgere dalla vostra meravigliosa voglia di condividere, qualcuno comincerà a contribuire alla scrittura del nostro diario giornaliero…

Benvenuti!!!

Su quanto accaduto ieri, che dire di quanto non si sia già detto…

La zona colpita, l’avevo già detto la sera precedente, era la migliore di tutto il lotto del target previsto per quantità di pioggia sopportabile…

Se avesse colpito il genovesato orientale sarebbe andata peggio, molto peggio…

Lo so, ci sono zone martoriate, interi territori che si stanno sbriciolando, ma obiettivamente gli oltre 800 millimetri di Rossiglione, in valle Stura, su un Polcevera o su un Bisagno avrebbero replicato l’immane tragedia del 1970…

E ci siamo fatti l’ennesima alluvione in allerta arancione…

Sistema di allertamento semplicemente imbarazzante, piani comunali inadeguati, sistemi di intervento inadeguati, scuola aperte e chiuse a macchia di leopardo…

E meno male che lo avevo scritto prima, perché poi, a cose fatte son capaci tutti, no?

Non ci sono state vittime…

Ma in alcuni comuni si è ripetuto lo scempio del 2011, con il temporale autorigenerante incastonato nella valle del Fereggiano, i ragazzi a scuola e la corsa drammatica e mortale per andare a recuperarli…
Oggi avrei scritto assassini…

Invece, fortunatamente, si è trattato solo di un tentato omicidio…

Ma loro sarebbero assolti, allerta arancione per temporali, la massima allerta possibile per quel tipo di fenomeno atmosferico…

Io, invece, sarei accusato di vilipendio delle istituzioni…

E proverei a difendermi così, con ciò che scrissi due anni fa…

Correva il 19 novembre del 2019…

“Poche musse, come ampiamente anticipato ieri, rivi secondari, allagamenti diffusi delle aree più depresse e frane protagonisti assoluti di una giornata di resilienza, grande, grandissima resilienza da parte del nostro territorio…

L’invocata allerta rossa non è un mio capriccio, caro il mio centro (dis)funzionale regionale, ma è semplicemente parametrizzata a tutto quel disastro di informazione che avete fatto da quando la magistratura ha cominciato a mettere il naso in quello che fate e che a tratti dimostrate di non sapere fare…

Allerte sparse e spalmate come petali al passaggio di Re di Zamunda, avete dapprima inflazionato l’allerta gialla, poi, col tempo, siete riusciti a desensibilizzare la popolazione anche all’allerta arancione…

Sparate, così, nel mucchio, anche nel bel mezzo di una partita di pallone…

Ma non siete voi quelli che dite che non sarebbe possibile emettere allerte maggiormente circostanziate perchè la previsione non sarebbe attendibile e poi, con allerta arancione mi mandate la gente allo stadio?

In quel caso è circostanziata la previsione?

No perchè, sapete, la gente già non capisce un cazzo della differenza tra la scala di allertamento per piogge diffuse che arriva sino alla rossa e la scala di allertamento per temporali che arriva sino all’arancione, se poi un volta gli diciamo che quando cadono 450 millimetri a Fiorino devono stare attenti perchè avete diramato l’allerta massima (arancione) per quel tipo di evento e una settimana dopo me la mandate allo stadio sempre con allerta arancione, diventa difficile darvi credito…

Chiedete poi ai comuni, tutti, mi raccomando.

Convocateli e chiedete loro come si comportano con il personale e con le procedure in caso di allerta arancione o rossa…

No perchè, sapete, da noi, i casini più grossi ce li facciamo quasi sempre con le convergenze e i temporali, con le allerte arancioni appunto, quando i comuni sono meno ristrettivi con le ordinanze, e utilizzano meno personale perchè costa fargli fare straordinario e non hanno uno straccio di quattrino…

E perchè la gente, all’arancione si è assuefatta e sa che addirittura può andare a vedere una partita di pallone…
Oh, mica in un posto a caso, siamo sopra il Bisagno, lo sapete vero?

Ma la colpa è vostra, mica della gente…

Con affetto,
Un ignorante
Il solito”

Lo scolmatore del Fereggiano c’è! Tutti al sicuro???

Quanto sia importante la comunicazione e l’effetto che ne deriva sulla popolazione e sulla percezione degli eventi lo si capisce perfettamente dal titolo e dall’articolo di questa mattina di Telenord…

“Lo scolmatore del Fereggiano scaccia via l’incubo di un’esondazione” creando, di fatto, la percezione di una presunta sicurezza e l’inesatta sensazione di un rischio zero tutto da provare e verificare…

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Perchè proprio rossa? Scopriamolo insieme!

Mentre continua piovere alle spalle del savonese, provo a buttare li una considerazione…

Allerta rossa inevitabile. Punto. Senza se e senza ma.

Si ma i modelli, alcuni sono scarichi, altri meno, altri vedono alluvione. Come si fa. E se poi non fa nulla…

Cazzate…

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