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In mezzo ai ragazzi immigrati

Pronti via e si parte…

Sono le sette del mattino, temo di essere in ritardo, ma il navigatore mi rincuora…

Due ore e venti minuti, e mi fissa l’orario di arrivo alle 9.20…

Ben 40 minuti prima dell’inizio della lezione…

Attraverso più di mezzo catino padano…

Fa freddo ma non freddissimo…

Il cielo è grigio e mi accompagna sino a Milano…

La temperatura oscilla fra 4 e 5 gradi…

La coperta stesa non ha permesso un buon irraggiamento notturno, che avverrà nei prossimi giorni, e quindi niente gelate lungo il tragitto…

Arrivo a destino puntuale…

Ci sono già i docenti, che sono di supporto ai ragazzi…

Ne aspetto 22…

L’età è variabile, così come la provenienza…

Ma sono tutti fuggiti dalla loro terra…

E sono qui, senza genitori, lasciati nella patria natia…

Quasi tutti minorenni, qualcuno in Italia da pochi mesi, altri da un paio d’anni, pochissimi, nel frattempo, sono diventati maggiorenni…

Egitto, Tunisia, Gambia, Turchia/Kurdistan, Pakistan, Bangladesh i paesi di provenienza…

Si tratta di un corso integrativo…

Stanno tutti studiando per superare l’esame di terza media a fine anno…

Sono curiosi…

Anche perché forse non hanno capito sino in fondo di cosa parlerò loro stamattina…

Rompo il ghiaccio…

Anche se non è semplice…

L’ostacolo della lingua è altissimo e per ogni parola devo trovare sempre almeno un paio di sinonimi…

“Avete un sogno? Avete un sogno da realizzare?”

Rimangono quasi spiazzati…

Ma qualcuno risponde…

“Vorrei aprire una ditta di import/export in tutto il mondo”

E cerca di spiegare, come può, qual è il suo sogno…

Poi un altro…

“Una vita migliore”…

E quasi spiazza me…

E allora comincio…

Chiedo a ognuno di loro la loro provenienza…

Gli faccio usare il mio pc…

Provo a stupirli con la cosa più semplice…

Utilizzo l’app Meteo&Radar e gli faccio cercare il loro luogo di origine, commentando il tempo che fa, la temperatura e piano piano scopriamo i segreti di quel clima così avverso che ha in parte contribuito alla loro migrazione…

Rimangono increduli…

Potevano vedere in tempo reale che tempo c’era nel loro paese di origine…

Non fa freddo a Milano, ma loro ne hanno…

Non tutti si sono ancora acclimatati…

Cominciano a incuriosirsi…

Affrontiamo l’argomento clima…

Le varie fasce climatiche e come queste stanno cambiando…

Mi rendo conto che loro ci sono, sono dentro il pezzo…

Cercano e vogliono provare a capirci qualcosa…

Molti di loro portano dentro cicatrici di un viaggio che forse vorrebbero raccontare ma non sempre ne hanno la forza…

Come fosse qualcosa di cui volessero liberarsi, ma gli sembra che a parlarne faccia ancora male…

Ma parlando di clima e di deserto del Sahara qualcosa, quasi involontariamente, esce fuori…

“Io l’ho attraversato quel deserto…” all’improvviso dice uno di loro…

“Ah sì, e quanto hai camminato?”

“Quattro, forse sei giorni, ma la notte faceva freddissimo e non me lo spiegavo…”

E parte subito il pippotto sulla dispersione di calore notturna…

Per me un rigore a porta vuota…

Per lui, e per altri, un modo per parlare indirettamente di un evento che lo aveva messo a dura prova…

Chi il deserto, chi la rotta balcanica per oltre un mese di camminamento verso una vita migliore…

Poi, in qualche modo, finiamo a parlare del Mar Mediterraneo…

“Lo conoscete ragazzi, chi sa dov’è il Mar Mediterraneo?”

“io l’ho attraversato…” risponde il più vicino a me, come si sentisse quasi rincuorato e sputasse fuori quella mal celata necessità di raccontare qualcosa…

Facciamo una pausa…

Dieci minuti…

Io sono ancora emozionato…

Loro mi sembrano quasi sorpresi dall’essere e dall’essersi interessati…

Quasi fossero stupiti di loro stessi…

Riprendiamo il discorso…

Cerco di metterli a loro agio…

Torniamo sul satellite, giusto per cercare ancora qualche luogo di provenienza…

Chiamo uno dei ragazzi che non avevo ancora chiamato…

Arriva dall’Egitto…

La geografia non è proprio il suo forte…

Sul pc, anche ad Africa ingrandita e messa in primo piano fatica a trovare la sua terra…

Lo aiuto…

Non abita troppo lontano dal Nilo…

Insieme osserviamo che non c’è neppure una nuvola…

Le uniche, presenti, disegnano pedissequamente la linea del fiume mitico e storico di quella terra…

Un altro rigore a porta vuota per me…

Ne approfitto per spiegare loro come i terreni, i fiumi, i laghi, i mari e la vegetazione possono influire sui vari microclimi del Pianeta…

E di come noi trattiamo la Terra…

Insieme ripercorriamo la storia del Nilo…

E cominciamo a fare i confronti…

Il Nilo, che con le sue piene viene utilizzato come fertilizzante…

Il Seveso, a Milano, chiuso, costretto fra argini e tombinato…

Lo hanno visto nel 2023 esondare…

Eccome se lo hanno visto…

“Perché il Seveso è esondato?” chiedo loro…

Ma non capiscono la domanda…

Glielo devo simulare a gesti…

Capiscono…

E qualcuno di loro risponde…

“Ci hanno costruito sopra la città…”

E avanti così, sino a parlare di effetto serra, di come la nostra atmosfera debba essere preservata perché non solo ci da ossigeno, ma ci consente di vivere ad una temperatura accettabile…

S’è fatta una certa…

Due ore e mezza volate via…

Ho stretto la mano a ognuno di loro…

Erano felici, quasi increduli di aver potuto parlare e osservare le loro terre da un punto di vista che probabilmente non avevano mai fatto…

Mi si avvicina un docente…

“Non so come tu abbia fatto, ma non solo li hai tenuti inchiodati lì per due ore e mezza, ma hanno già pronte le domande da farti la settimana prossima…”

E ognuno di loro riceverà un’ignoAGENDA, e uno dei compiti dell’esame sarà proprio quello di “giocare” con i grafici e le temperature…

Chissà se scaricando la loro nuova app che hanno scoperto stamattina, ci scriveranno quella di Milano, quella del loro paese o entrambe, per confrontarle…

Che meravigliosa esperienza lavorativa, professionale ed emotivamente unica…

E un grazie di cuore all’associazione #SHEBSHEB che mi ha voluto fortissimamente a casa loro…

Ci vediamo mercoledì prossimo…

🥰
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