Si, avete capito bene, sono le 10 della sera e a Sanremo ci sono oltre venti gradi…

Si, avete capito bene, sono le 10 della sera e a Sanremo ci sono oltre venti gradi…

A Genova e Savona si fatica a raggiungerne 13, con alcuni quartieri che si arrampicano sugli specchi per arrivare in doppia cifra…

Eppure siamo investiti dallo stesso flusso d’aria…

Non c’è alcun dubbio…

E non c’è neppure il dubbio di avere qualsivoglia interferenza di Scirocchetti o di Capitani a spasso per il Golfo…

Il risucchio di Sua Maestà la Tramontana da parte della trottola mediterranea è univoco e sostanzialmente uniforme dappertutto…

Quindi cosa accade a Sanremo et zone limitrofe…

Accade semplicemente che il catino padano è talmente ricolmo d’aria, che riceve un tale e imperituro contributo da est che si comporta esattamente come una vasca da bagno col tappo e con l’acqua corrente a tutto volume…

L’aria, che è un gas, in realtà si comporta come un liquido e quando raggiunge il limite posto dalla catena appenninica e dalle Alpi Liguri trabocca di fuori e si riversa verso la costa…

Essendo più fredda, e dunque più pesante, scivola lungo i pendii, lungo i versanti marittimi e raggiunge la costa sotto forma di raffiche anche molto forti…

Ma nella sua caduta verso il basso, si comprime, proprio come quando comprimiamo l’aria all’interno di una pompetta per gonfiare le ruote di una bici…

E l’aria, quando si comprime, accelera il movimento delle sue molecole e dunque si riscalda…

Quanto?

Circa un grado ogni 100 metri di caduta…

Cosicchè, se a circa 2mila metri abbiamo zero gradi, lungo la rispettiva linea di costa, ne avremo esattamente 20…

Proprio come in questo momento…

Al rifugio La Terza, nel cuore delle Alpi della provincia imperiese, a duemila metri di quota si registrano circa 2 gradi…

A Sanremo, sul livello del mare, 20.8…

A Genova e Savona, dove si convive con i passi appenninici più bassi di tutto l’arco ligure, il trampolino di caduta è nettamente più basso e l’effetto compressione di fatto nettamente meno evidente…

Questo fenomeno può accadere sia in giornate soleggiate, sia quando il catino padano si colma non solo d’aria ma riceve anche un buon contributo di umidità…

Quella che noi meteobeline ignoranti chiamiamo oramai simpaticamente e amorevolmente Mestizia…

In questa occasione, la nuvolosità che si forma sui versanti padani, prova a traboccare verso la costa, abbracciando le creste dei nostri Appennini, per poi svanire nel nulla…

Il gaigo…

Fantasticamente immortalato quest’oggi da Barbara…

Ad osservarlo da lontano sembra tutto perfettamente immobile…

In realtà, lassù, c’è tutto quel trabocco d’aria che dalle creste più alte raggiunge rafficosamente la linea di costa…

Perché allora le nuvole spariscono di colpo, come tagliate di netto come un coltello nel burro?

Proprio per effetto di quella compressione…

L’aria si scalda scendendo verso valle e quelle microgoccioline di acqua che formano le nuvole perdono il punto di condensazione che l’umidità aveva raggiunto risalendo e raffreddandosi nel versante opposto e tornano allo stato gassoso…

E diventano improvvisamente invisibili alla nostra vista…

Più che gaigo, conierei il termine di Barbara, decisamente faigo… ❤️

Vi lascio con il suo scatto e una mappa delle temperature previste per domani mattina…

Guardate bene i colori come mettono in risalto il travaso più freddo nel settore centrale tra Genova e Savona e i picchi verso l’arancione più scuro lungo le riviere dove mancano i valichi più bassi collegati direttamente con il catino padano…

Questa è la meraviglia di un laboratorio a cielo aperto chiamato casa Liguria…

Bonnuì

❤️