Come siamo messi male…

Possiamo raccontare tutto ciò che vogliamo…

Possiamo giustificare ogni evento con i cambiamenti climatici…

Possiamo fare spallucce e sentirci impotenti e conseguentemente assolti da qualsiasi colpa…

Possiamo postare immagini, video di immani tragedie ampiamente annunciate…

Possiamo inveire contro la politica…

Contro il governo di turno…

Persino contro la natura…

Che è la Nostra Madre…

A noi, qualche giorno fa è andata di extra lusso…

Un’alluvione in allerta arancione con una gestione dell’evento che neppure negli anni ’70 sarebbero riusciti a fare peggio…

Fortunatamente non abbiamo contato nessuna vittima…

Ma mi piacerebbe tanto sapere quali comunicazioni e con quale frequenza il centro di monitoraggio regionale aggiornava le singole amministrazioni…

Con quali tempistiche le singole amministrazioni recepivano gli aggiornamenti e gli eventuali alert e quali decisioni sono state prese in funzione di quegli avvisi e dell’evento che si stava consumando…

Credo che ognuno di noi abbia il diritto di sapere come funziona la macchina organizzativa in casi come questi…

Insomma, quello che farebbe la magistratura nel caso ci fosse scappato il morto…

Magari poi qualcuno ci viene a spiegare perché l’allerta arancione una volta permette la disputa di una partita di pallone sopra una bomba ad orologeria chiamata Bisagno, un’altra volta provoca esondazioni multiple e assoluzione da ogni peccato…

Perché se Rossiglione, oggi, non è rasa al suolo lo dobbiamo esclusivamente ad un’intensità nettamente inferiore tra Turchino e Masone dove di pioggia ne è caduta un quarto rispetto a quella caduta a valle…

E le immagini che arrivano da Catania sono le stesse identiche immagini che circolavano 10 anni fa nella valle del Fereggiano…
Con gli autobus colmi di persone e l’acqua alta sino al finestrino…

Non c’è niente che funzioni…

Manca la cultura a partire dalle scuole…

Manca una gestione delle allerte, dell’evento in corso e degli allarmi che possa considerare e contenere ogni singola azione da mettere in pratica a partire dal singolo cittadino sino al più alto grado di potere…

Manca l’assoluta volontà di cominciare a trattare la terra che ci ospita come uno dei beni più preziosi di cui dovremmo averne cura ogni sacro santo giorno…
Ed è proprio perché manca tutto questo che due giorni fa avevo auspicato, per quelle zone, un lockdown mirato…

C’è Madre Natura incazzata, fermiamoci un attimo…

Semplicemente perché oggi non possiamo fare altro che fermarci e aspettare che Madre Natura sfoghi tutta la sua rabbia…

E non è neppure finita…

Altra pioggia cadrà in quelle zone nei prossimi giorni…

Abbiamo abusato della nostra terra, l’abbiamo violentata e non solo non sappiamo più tornare indietro, ma non siamo capaci neppure di fermarci…

Vogliamo vincere contro la natura sventolandole in faccia un pannello di colore rosso…

Come siamo messi male…

La favola della rugiada bianca

Stasera vi racconto la favola della rugiada bianca…

In questi tre anni abbondanti di racconti abbiamo imparato che l’aria, quando sale di quota, si raffredda e lo spazio tra le molecole che la compongono diventa sempre più angusto per il vapore acqueo…

Quando questo spazio non è più sufficiente a nasconderlo, il vapore acqueo in eccesso viene letteralmente sputato fuori dall’aria e passa allo stato liquido sotto forma di micro goccioline d’acqua…

Quindi come un’entità estranea all’aria…

Questo meccanismo avviene ogni volta che dell’aria ricca di vapore acqueo si raffredda, come nella formazione delle nuvole o più banalmente d’inverno quando l’aria di casa, arricchita di vapore, viene a contatto con i vetri delle nostre finestre…

Il meccanismo è sempre lo stesso…

In atmosfera, di norma, avviene quando l’aria sale di quota…

Ma può accadere anche al contrario…

Nelle giornate serene che hanno preceduto un’avvezione di aria fredda in quota, può accadere che nelle conche del nostro entroterra l’aria molto fredda in quota si depositi nel fondo valle, raffreddando molto rapidamente i bassi strati dell’atmosfera prossimi al suolo…

D’inverno, questo meccanismo (chiamato inversione termica) porta molto spesso a raggiungere temperature prossime agli zero gradi o anche di molti gradi sotto lo zero, a seconda, ovviamente, dell’intensità del freddo che ci ha preceduto…

Quando il suolo è molto freddo il vapore acqueo presente nell’aria, non appena viene a contatto con la superficie molto fredda e al di sotto degli zero gradi passa dallo stato gassoso direttamente a quello solido, creando la brina…

Se la temperatura, invece, è al di sopra degli zero, avremo la rugiada, con il vapore che, come quando tocca la finestra della nostra cucina, si trasforma in tante micro goccioline d’acqua…

La rugiada bianca, invece, è una deposizione di ghiaccio, a volte confusa con la brina, che si forma dalla rugiada che si è congelata, specialmente durante le notti fredde e serene.

Avete capito bene…

Può succedere che prima di raggiungere gli zero gradi, il nostro vapore acqueo si è già trasformato in rugiada, avvolgendo con miliardi di micro goccioline d’acqua ogni superficie con cui è venuto a contatto…

Ma può accadere che con il proseguo della notte, il terreno e i bassi strati prossimi al suolo proseguano il loro raffreddamento…
E da una goccia di rugiada non si può formare un cristallo di brina…

Semplicemente ghiaccia, congela…

Creando questo rarissimo e meraviglioso effetto che pochi conoscono che viene denominato rugiada bianca…

E la si può distinguere dalla brina proprio per le sue gocce di rugiada trasformate in piccole palline di ghiaccio che avvolgono fiori, fili d’erba e alberi…

E quando arriva la mattina, il sole le fa sembrare cristalline, immacolate e meravigliosamente luccicanti…

Proprio come quelle in foto, immortalate qualche giorno fa nel comune di Santo Stefano d’Aveto…

(di cui vorrei anche ricordare il nome del meraviglioso scatto ma me lo sono vergognosamente perso)

Bonnuì ❤

Potrebbe essere un'immagine raffigurante natura

Le previsioni dei cachi…

Non tutti lo sanno, ma un tempo, i contadini, usavano i cachi, anzi, i semi del caco per prepararsi all’inverno…

Infatti, dentro i semi dei cachi si trovano delle meravigliose posate in miniatura, e a seconda del seme, possiamo trovare una forchetta, un cucchiaio o un coltello…

Anche se, purtroppo, come sta avvenendo per altri frutti, la selezione degli ultimi anni ha puntato a produrre qualità prive di semi, diventati rari da trovare…

Ma dal momento che la maturazione e quindi la raccolta di questo frutto avviene fra ottobre e dicembre, la credenza popolare, tramandata per molti secoli, ha attribuito alle posate trovate all’interno del seme il simpatico compito di prevedere come sarà l’inverno…

Per trovare le posate dobbiamo tagliare a metà il seme per il lungo, aiutandoci con un coltello, e immediatamente ci apparirà il tipo di posata che il nostro seme celava al suo interno…

Ma come interpretarla?

Facile ragazzi, facilissimo…

Il cucchiaio significa che arriverà tanta neve da spalare.

La forchetta indica un inverno mite, senza gelo particolare.

Il coltello è segno di freddo tagliente.

Se ne trovate uno potete coinvolgere i bambini e spiegare loro che quella posata non è altro che il germoglio e la sua forma cambia in funzione del suo stadio di preparazione a uscire ed emettere le prime foglie.

Quindi il nostro coltello, forchettina o cucchiaino non è altro che la giovanissima pianta di cachi, non ancora nata e protetta dal tegumento del seme.
E il colore bianco è dovuto al fatto che il germoglio sta chiuso al buio, e che una volta germogliato, grazie alla fotosintesi clorofilliana diventerà il verde a cui siamo abituati.

Perché questo racconto?

Perché proprio l’altro giorno, col mio amico meteorologo in AM abbiamo giocato a fare una previsione all’antica…

E abbiamo trovato un meraviglioso cucchiaio… ❤

Bonnuì ❤

 

Le “virga”

Dalla igno posta, ricevo e rispondo…

“Ciao, ho una domanda che solo a pensarci mi sembra davvero stupida, ma tant’è, non riesco a darmi una risposta.
Le nuvole ad altissima quota, di quelle che quando sei in aereo stanno molto più in alto sono di vapore acqueo congelato presumo, la mia domanda è:
Come fa il vapore acqueo congelato a restare sospeso nell’atmosfera e non scendere di quota?
Perdonami per la domanda belinona, ma così è…”

Tutt’altro che belinona la domanda di Roberto…

Le nubi sono fatte da vapore acqueo che, salendo di quota per mezzo delle correnti ascensionali, si è raffreddato e ha raggiunto il suo punto di condensazione…
Al di sopra degli zero gradi una parte di esso passa allo stato liquido sotto forma di microgoccioline d’acqua (più pesanti dell’aria), a temperature negative possono passare allo stato solido e trasformarsi in meravigliosi e piccolissimi cristalli di ghiaccio…

Anch’essi più pesanti dell’aria…

E allora perché non cadono al suolo?

La risposta la troviamo direttamente nella premessa…

Le microgoccioline d’acqua e i piccolissimi cristalli di ghiaccio di cui sono formate le nubi ad alta quota (dove ovviamente fa freddissimo) sono il risultato di correnti ascensionali che tendono a farli galleggiare in atmosfera…

Ma non sono completamente fermi e sospesi…

Proprio perchè più pesanti del’aria tendono a cadere ma vengono riportate in alto proprio dalle correnti d’aria ascensionali che l’hanno generati…
Ecco perché le nubi sono in continua evoluzione e mai uguali le une alle altre e mai nemmeno uguali a sé stesse.

Nel loro costante movimento salgono, scendono e cambiano forma senza sosta…

Quand’è che cadono e raggiungono il suolo?

Quando le correnti ascensionali trasportano un bagaglio di Mestizia considerevole da formare nubi alte, spesse e ricche di micro goccioline d’acqua o micro cristalli di ghiaccio che scontrandosi fra di loro diventano talmente grandi e talmente pesanti da vincere la forza opposta delle correnti stesse e precipitano al suolo…

Sotto forma di pioggia, se la temperatura è positiva, sotto forma di fiocco di neve se la temperatura è negativa…

Quando piove, o quando nevica, significa che le gocce o i fiocchi di neve hanno raggiunto una dimensione tale che il loro peso non è più sostenuto dalle correnti ascensionali.

E solo a quel punto le nuvole “cadono”, rovesciando il loro contenuto di acqua o di neve…

Quando la precipitazione della nube avviene a quote molto elevate e al di sotto di essa c’è aria molto calda o molto secca può accadere che non raggiunga il suolo per evaporazione…

Lo si può notare spesso anche qui da noi…

In quel caso la precipitazione prende il nome di “virga” ed è visibile una netta striatura che parte dalla nube e tende a dissolversi prima che raggiunga il suolo…

Orvuar… ❤

I segreti di ogni tramonto

Molti di voi, magari non se lo ricorderanno…

Probabilmente sono nozioni che si imparano alle medie e non sempre ce le ricordiamo, semplicemente perché non siamo abituati a metterle in pratica…

E restano teoria, a volte dimenticata…

La luce solare è bianca perchè contiene tutti i colori mescolati in ogni singolo raggio…

Ma ogni singolo colore si muove con un’onda di diversa lunghezza…

Immaginate di fare una passeggiata con vostro figlio piccolo o vostro nipote…

Camminate di fianco uno all’altro ma fate passi di lunghezza diversa, lui più corti, voi più lunghi…

Se ci fossero degli ostacoli lui ne incontrerebbe di più, voi di meno…

Per la luce, anzi per i colori accade esattamente la stessa cosa…

Quando la luce entra nell’atmosfera terrestre, si “scontra” con i gas dell’aria e i colori con le onde più lunghe (il rosso, ad esempio), “scavalcano” le particelle dell’aria e continuano il loro tragitto.

Il blu, invece, ha onde più corte: si scontra con le particelle (molecole dell’aria, pulviscolo atmosferico, agenti inquinanti) ed è deviato e riflesso in tutte le direzioni.

Così, ovunque si guardi, i suoi raggi arrivano ai nostri occhi e “colorano” di blu il cielo…

Se non ci fosse atmosfera, non ci sarebbe nulla a deviare la luce e il cielo sarebbe nero, come succede sulla Luna.

Al tramonto, invece, ma anche all’alba, la luce del Sole è più radente e prima di arrivare ai nostri occhi attraversa uno strato più ampio di atmosfera e gran parte del blu si “disperde” prima di arrivare ai nostri occhi…

Mentre quelle tendenti al rosso, che hanno onda più lunga, ce la fanno nonostante il tratto di strada molto più lungo…

Vi lascio col dipinto di Verena, un piccolo schema riassuntivo e la buonanotte…

E un esercito di meteobeline con il naso all’insù…

P.S.
Alcuni anni fa, dopo aver parlato con lui della scienza dei tramonti, il National Geographic chiese a Stephen Corfidi, che lavora per il NOAA, l’agenzia federale statunitense che si occupa di oceanografia, meteorologia e climatologia se si potesse prevedere un bel tramonto.

Corfidi rispose che sì, fino a un certo grado era possibile, ma aggiunse: «Mi chiedo però a chi importi davvero, forse solo ai registi o ai fotografi. Il resto delle persone vuole solo sapere se pioverà o no»

Che dite, lo cerchiamo e lo inondiamo di tramonti?

Il solito ignorante…

Il Meteorologo Ignorante

No no, fermi tutti, ma che canale telegram…

Io mi sento analogico in un mondo digitale…

E voglio morire così, analogico nel cuore e nell’animo…

Figuriamoci l’app…

Non è proprio cosa…

Forse, chissà, un giorno, ma me la devono fare su misura…

A misura di igno…

A me la meteorologia piace raccontarla…

E le mille e forse più persone, che hanno scoperto la pagina in questi ultimi due giorni, ignare, molte di loro, che diventeranno meteobeline, lo scopriranno col tempo…

Questo è un diario digitale quanto volete, ma è pur sempre un diario…

Ma sto seriamente pensando di fare qualcosa di analogico e che possa coinvolgere tutti, ma proprio tutti…
Ma non vi anticipo nulla, perché di tempo ne ho sempre poco…

Ma il vostro entusiasmo e la vostra partecipazione non è solo straordinaria ma non può essere lasciata totalmente nelle mani di uno Zuck un po’ sbadato…

Ne riparleremo…

Nel frattempo diamo ovviamente il benvenuto ai nuovi arrivati…

Qualcuno di loro si starà già chiedendo ma dove sono capitato…

Qualcuno abbandonerà la nave, qualcuno resterà senza capire, qualcuno si farà coinvolgere dalla vostra meravigliosa voglia di condividere, qualcuno comincerà a contribuire alla scrittura del nostro diario giornaliero…

Benvenuti!!!

Su quanto accaduto ieri, che dire di quanto non si sia già detto…

La zona colpita, l’avevo già detto la sera precedente, era la migliore di tutto il lotto del target previsto per quantità di pioggia sopportabile…

Se avesse colpito il genovesato orientale sarebbe andata peggio, molto peggio…

Lo so, ci sono zone martoriate, interi territori che si stanno sbriciolando, ma obiettivamente gli oltre 800 millimetri di Rossiglione, in valle Stura, su un Polcevera o su un Bisagno avrebbero replicato l’immane tragedia del 1970…

E ci siamo fatti l’ennesima alluvione in allerta arancione…

Sistema di allertamento semplicemente imbarazzante, piani comunali inadeguati, sistemi di intervento inadeguati, scuola aperte e chiuse a macchia di leopardo…

E meno male che lo avevo scritto prima, perché poi, a cose fatte son capaci tutti, no?

Non ci sono state vittime…

Ma in alcuni comuni si è ripetuto lo scempio del 2011, con il temporale autorigenerante incastonato nella valle del Fereggiano, i ragazzi a scuola e la corsa drammatica e mortale per andare a recuperarli…
Oggi avrei scritto assassini…

Invece, fortunatamente, si è trattato solo di un tentato omicidio…

Ma loro sarebbero assolti, allerta arancione per temporali, la massima allerta possibile per quel tipo di fenomeno atmosferico…

Io, invece, sarei accusato di vilipendio delle istituzioni…

E proverei a difendermi così, con ciò che scrissi due anni fa…

Correva il 19 novembre del 2019…

“Poche musse, come ampiamente anticipato ieri, rivi secondari, allagamenti diffusi delle aree più depresse e frane protagonisti assoluti di una giornata di resilienza, grande, grandissima resilienza da parte del nostro territorio…

L’invocata allerta rossa non è un mio capriccio, caro il mio centro (dis)funzionale regionale, ma è semplicemente parametrizzata a tutto quel disastro di informazione che avete fatto da quando la magistratura ha cominciato a mettere il naso in quello che fate e che a tratti dimostrate di non sapere fare…

Allerte sparse e spalmate come petali al passaggio di Re di Zamunda, avete dapprima inflazionato l’allerta gialla, poi, col tempo, siete riusciti a desensibilizzare la popolazione anche all’allerta arancione…

Sparate, così, nel mucchio, anche nel bel mezzo di una partita di pallone…

Ma non siete voi quelli che dite che non sarebbe possibile emettere allerte maggiormente circostanziate perchè la previsione non sarebbe attendibile e poi, con allerta arancione mi mandate la gente allo stadio?

In quel caso è circostanziata la previsione?

No perchè, sapete, la gente già non capisce un cazzo della differenza tra la scala di allertamento per piogge diffuse che arriva sino alla rossa e la scala di allertamento per temporali che arriva sino all’arancione, se poi un volta gli diciamo che quando cadono 450 millimetri a Fiorino devono stare attenti perchè avete diramato l’allerta massima (arancione) per quel tipo di evento e una settimana dopo me la mandate allo stadio sempre con allerta arancione, diventa difficile darvi credito…

Chiedete poi ai comuni, tutti, mi raccomando.

Convocateli e chiedete loro come si comportano con il personale e con le procedure in caso di allerta arancione o rossa…

No perchè, sapete, da noi, i casini più grossi ce li facciamo quasi sempre con le convergenze e i temporali, con le allerte arancioni appunto, quando i comuni sono meno ristrettivi con le ordinanze, e utilizzano meno personale perchè costa fargli fare straordinario e non hanno uno straccio di quattrino…

E perchè la gente, all’arancione si è assuefatta e sa che addirittura può andare a vedere una partita di pallone…
Oh, mica in un posto a caso, siamo sopra il Bisagno, lo sapete vero?

Ma la colpa è vostra, mica della gente…

Con affetto,
Un ignorante
Il solito”

Allerta rossa, si ok, però…

Ignoprevisioni - Il meteorologo ignorante

Mettetevi stracomodi, che ho tante di quelle cose da dirvi che ci potrei scrivere una tesi…

Quella che purtroppo, quasi trent’anni fa non ho mai fatto…

Ma conosco troppo bene il nostro territorio e ho imparato troppo bene a conoscere i meccanismi con cui lavorano…
E sino a quando la politica governerà su certi enti e su certi apparati non cambierà mai nulla…

Ficchiamocelo nella testa…

Domenica scorsa Genova ha accumulato una pioggia oscillante fra 50 e 100 millimetri, ma i rivi e i torrenti si sono innalzati perché a monte di pioggia ne è caduta più del doppio…

Era la prima di stagione, il terreno ha assorbito quanto poteva…

E abbiamo retto…

Oggi la dinamica era praticamente identica…

L’abbiamo disegnata con larghissimo anticipo…

A Genova di pioggia ne è caduta una quantità compresa fra 100 e 200 millimetri, praticamente il doppio…

La reazione dei rivi e dei torrenti è stata immediata e con una risposta in termini di quantità, rispetto a domenica scorsa ancora maggiore…

Ma fortunatamente la testa dell’innesco della linea di convergenza era più profonda, in mezzo al mare, e i picchi di precipitazioni si sono materializzati lungo la costa…

Alle spalle, dove i versanti raccolgono l’acqua per riversarla nei bacini ha piovuto meno della metà di domenica scorsa…

Risultato?

I torrenti hanno retto, la città invece, con tutto il suo bagaglio di urbanizzazione decisamente no…
Era domenica notte e prime ore del mattino…

E’ andata bene così…

Allerta verde…

Verde?

E il monitoraggio? La sorveglianza? La capacità di comprendere la natura del fenomeno e intervenire tempestivamente? L’upgrade di allertamento non è previsto?

Gli alert? Le sirene? Gli “state a casa che le strade sono fiumi e le piazze delle piscine” non sono previsti?
O l’informazione la dobbiamo scoprire aprendo gli occhi, uozzap e feisbuc per vedere dagli amici le strade ridotte a torrenti, i sottopassi in piscine olimpiche e i terrapieni in cascate pericolanti?

Il problema è sempre lo stesso…

Non vi segue nessuno, e non vi caga nessuno semplicemente perché siete sempre stati e continuate ad essere troppo cattedratici, troppo lontani dalle esigenze, dalla realtà…

Non riuscite ad arrivare al cuore della gente e fate aggiornamenti che dovrebbero leggere centinaia di migliaia di persone e che non si caga nessuno…

Stasera si parte con il giallo, lo siamo già da un paio d’ore, non piove…

Dov’è la coerenza con ciò che è accaduto stamattina e questa notte?

Qualcuno ipotizza un’allerta politica condizionata dalle urne aperte…

Fate voi…

Domani si comincia con l’arancione…

Arancione anche per temporali, la massima scala di allertamento possibile per questo tipo di fenomeni…
Dalle 14 diventa rossa…

A urne chiuse, qualcuno fa notare…

Rossa per piogge diffuse…

Insomma, sia nel primo caso (arancione per temporali) che nel secondo (rossa per piogge diffuse) siamo in allerta massima…

Ma abbiamo dovuto aspettare per la decisione sulle scuole….

E lo sapete perché?

Certo che lo sapete, lo abbiamo scritto una settimana fa…

Con l’allerta arancione quasi nessun comune prevede la chiusura d’ufficio delle scuole…

E prendere questa decisione diventa un atto straordinario…

Confondono noi, si confondono persino tra di loro…

Ma che ci piaccia o meno, questo è il sistema di allertamento in Italia…

Allucinante già di suo, se poi ci aggiungiamo il beneficio del dubbio che viene messo in pratica a canem penis non siamo messi benissimo…

Lo so, da me volete sapere cosa potrà accadere…

Di sicuro festeggeremo i primi 14 di vita di Nuvola in piena allerta rossa…

Ed è già incazzata come una biscia…

Ci fosse un buon sistema di monitoraggio e di sorveglianza e di piani di intervento mirati e localizzati potrei anche non scrivere nulla…

Tra l’altro domani lavoro e mi risulterà molto difficile riuscire ad aggiornare…

Ma qui, prima di tutto, si impara a riconoscere i fenomeni e a comprenderne la natura…

Giorno dopo giorno, come fosse un racconto a puntate…

Difficile comprende ciò che ci raccontiamo oggi se non si è letto ciò che ci siamo raccontati i giorni precedenti…

Mentre vi scrivo, intanto, è già attiva la prima linea di convergenza che vi avevo disegnato qualche giorno fa…
Siamo nel sud della Francia e comincia a picchiare duro…

Entro questa notte, lo scirocco, coprotagonista indiscusso, insieme a Sua Maestà della linea di convergenza stazionaria che ha messo sotto stress idrogeologico la città di Genova tornerà a pompare come un ossesso…

E’ attesa una linea di scontro che sembra stagliarsi un pelo più a occidente…

Target previsto, genovesato occidentale e savonese orientale…

La spinta sciroccale dovrebbe spingere gli accumuli maggiori a concentrarsi nelle zone interne…

Ma non scherzerà neppure lungo la costa…

Schema che tenderà a protrarsi per tutta la notte e domani mattina…

Lo stress idrogeologico dovrà essere monitorato non solo lungo i versanti marittimi ma anche e soprattutto lungo quelli padani…

A partire dalla val Bormida orientale sino alle valli retrostanti il genovesato ci sarà da soffrire…
Fondamentale, tra stanotte e domattina comprendere velocemente la forza dello scirocco e dove si andrà a concentrare la linea massima di precipitazioni…

Fosse confermata quella abbiamo un piccolo vantaggio…

Tra tutto il settore centrale è quella che ha ricevuto il minor carico di piogge tra domenica scorsa e oggi…
E non è un vantaggio da sottovalutare, non tanto per i possibili allagamenti o frane, ma per la risposta dei bacini…

Nel corso della giornata, approssimativamente dopo l’ora di pranzo, esiste un possibile scenario alternativo, con l’arretramento di qualche chilometro dello scirocco e lo spostamento della linea dei picchi di precipitazione verso il capoluogo genovese…

E’ una possibilità…

Non dovesse materializzarsi tenderebbero a persistere le precipitazioni, localmente abbondanti, nel tratto compreso fra il genovesato occidentale e il savonese orientale…

Dalla sera, invece, è atteso, senza alcun dubbio, il passaggio definitivo del fronte…

E come accade sempre in queste occasioni sarà accompagnato da un Capitan Libeccio furente che, per alcune ore, andrà a inasprire una fenomenologia con la solita passata ovest est in modalità aratro…

Poi, il Capitano prenderà il sopravvento, e tra la notte di lunedi e la mattina di martedi spareraà le ultime cartucce in faccia ai versanti orientali più esposti, spezzando letteralmente in due casa Liguria e aizzando un Mare Nostrum che tenderà a diventare agitatello…

Domani ricorrono esattamente undici anni dal primo evento alluvionale della storia recente di casa Liguria, una sorta di spartiacque tra una cadenza direi quasi ventennale ad una quasi annuale…

Solo per ricordare…

Ah, dimenticavo, bene le scuole chiuse…

Se si prendono la responsabilità (sacrosanta) di emanare un’allerta arancione per temporali, i piani comunali vanno completamente rivisti…

Così, anche solo per provare ad acquistare un minimo di credibilità e coerenza…

Vi lascio con un’ipotesi di cumulate totali a fine evento…

Con una sola puntualizzazione…

Uno scirocco meno invadente farebbe spostare leggermente verso levante quei picchi disegnati tra il genovesato occidentale e il savonese orientale…

Insomma, andasse così, in quelle zone soffriranno, ma dovesse arretrare lo scirocco, i quartieri e le vallate centro-orientali del capoluogo non la reggerebbero sicuro…

Di più, davvero, ninzò…

Bonsuar

Potrebbe essere un'immagine raffigurante mappa, cielo e il seguente testo "Mardi octobre 2021 14:00 locale (+48h) Accumulation de précipitations depuis +0h"